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Scuola e formazione | 30 maggio 2018, 13:43

Mense scolastiche di Torino, vince il "massimo ribasso": pasti da 3,99 a 4 euro

Attualmente sono 40mila studenti iscritti alla mensa, contro gli 8mila che hanno preferito il "pasto da casa". Il consigliere Lavolta (Pd): "Cosa mangeranno da settembre i nostri bambini?"

Mense scolastiche di Torino, vince il "massimo ribasso": pasti da 3,99 a 4 euro

Assegnato il bando triennale 2018-2021 per il servizio di ristorazione nelle mense scolastiche del Comune di Torino. Ad aggiudicarsi i diversi lotti tre aziende di ristorazione con costi a pasto che vanno dai 3.99 ai 4 euro. Un affidamento "al massimo ribasso", come è stato definito da diversi consiglieri di minoranza, che arriva oggi dopo ben tre rinvii.

“Una gara che avrebbe dovuto privilegiare offerte di qualità", commenta il consigliere comunale del Pd Enzo Lavolta," si è ridotta a una mera competizione tra chi offre meno”. “Mi auguro", prosegue il vicepresidente del Consiglio, "che lunedì prossimo i consiglieri del M5S non inventino un’altra scusa per impedire alla sindaca Appendino di spiegare ai torinesi cosa mangeranno i nostri bambini da settembre con 3,90 euro a pasto”.

Il timore è che aumenti il numero di coloro che scelgano il panino da casa. Attualmente sono 40mila studenti iscritti alla mensa, contro gli 8mila che hanno preferito la "schiscetta". "Temiamo", aggiunge Lavolta, "che quest'ultimo fenomeno sia stato completamente ignorato dall’amministrazione Appendino".

A inizio maggio la pagina CaroMensa Torino aveva lanciato un appello alla mobilitazione contro la nuova gara del triennio 2018-2021 "impostata al massimo ribasso", invitando i genitori torinesi a scrivere all'Anac.

Questa, sull'argomento, la dichiarazione dell'on. Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino: "Applicare le teorie della "decrescita felice" a bambini nel pieno dell'età della crescita è qualcosa che sa di insulto per le famiglie che affidano i loro figli alle mense scolastiche. Le gare di appalto vinte da alcune ditte con la previsione di fornire pasti al costo di 3,99 € rischiano di incentivare la fuga dei bambini dalle mense scolastiche. Come si può garantire un pasto di qualità, con gli apporti proteici giusti e indispensabili per bambini nell'età della crescita, con una cifra così irrisoria? Ci sono Comuni che hanno trovato soluzioni alternative, le hanno sperimentate e ne hanno tratto grandi vantaggi in termini di costi e di qualità del servizio. Penso, per fare un esempio, alla fornitura della materia prima a "chilometro zero", con il che si va a premiare la filiera dell'alimentazione del territorio".

"La fuga dalle mense scolastiche è stata finora intorno al 20%, cioè un bambino ogni 5 è stato ritirato dalle famiglie che provvedono in alto modo per la fornitura del pasto. Voglio ricordare, senza polemica, che fra i primi impegni annunciati dall'attuale amministrazione c'era quello di prevedere un'alimentazione di tipo vegano, una ipotesi davvero eccentrica e controcorrente e comunque dannosa per una corretta alimentazione. Questo significa alimentare un'informazione sbagliata e una cultura del cibo che porta inevitabilmente a disprezzare la qualità e la bontà. A meno che l'amministrazione pentastellata non ritenga che qualità e bontà siano riservate soltanto a chi può permettersele".

"Forza Italia è di avviso contrario: le mense sempre più vuote e i piatti destinati a essere sempre più poveri devono interrogare la coscienza della giunta e del sindaco perché mangiar bene e mangiar sano è un diritto dell'infanzia".

Cinzia Gatti

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