L'apertura condizionata di Chiara Appendino alle Olimpiadi 2026 crea una nuova frattura della maggioranza. A puntare pesantemente il dito contro la sindaca, arrivando ad accusarla "di aver scavalcato il Consiglio comunale", i consiglieri pentastellati Damiano Carretto, Maura Paoli, Daniela Albano e Viviana Ferrero.
Secondo i "dissidenti", che fin dall'inizio avevano espresso contrarietà all'ipotesi di giochi Olimpici bis, la lettera inviata da Appendino a Malagò "smentisce il no a candidature condivise con Milano e Cortina" espresso nella delibera approvata in Sala Rossa.
Nella missiva, spiegano Carretto, Paoli, Albano e Ferrero, la Città di Torino si mette "a disposizione di un eventuale "candidatura nazionale", se imposta dal Governo che avrebbe dovuto produrre, tramite ente terzo, un'approfondita analisi costi-benefici sulle tre candidature"."Analisi", rimarcano i quattro, "di cui si sono perse le tracce".
Il messaggio che lanciano dunque ad Appendino, che ha preso "in giro la sua maggioranza e il Consiglio Comunale" è chiaro: "Dovrà iniziare a contare i consiglieri e le consigliere che, quella maggioranza, la compongono". Parole che fanno capire come i "dissidenti" siano pronti ad aprire una guerra in maggioranza, fino ad arrivare all'extrema ratio del passaggio a un gruppo misto come già accaduto con Deborah Montalbano.
"Abbia il coraggio di rispettare quanto espresso dal Consiglio ed esprima l'indisponibilità della Città di Torino a una candidatura condivisa, anche se fosse il Governo stesso a richiederla, ponendo così fine a questo assurdo teatrino", concludono Paoli, Carretto, Albano e Ferrero.
Sostegno al sindaco arriva dal consigliere del M5S Marco Chessa. "Credo", spiega, "che la scelta operata dalla Sindaca sia stata la migliore possibile per evitare l’isolamento di Torino sul piano nazionale ed internazionale". "Un diniego aprioristico a questa proposta", continua Chessa, "avrebbe creato una ulteriore situazione di forte criticità della quale, francamente, non avverto il bisogno".