L’Amministrazione comunale di Torino ha annunciato un piano per superare la ZTL e introdurre un sistema di road pricing, sollevando come è ovvio una serie di polemiche e reazioni da parte di varie forze politiche e sociali.
Come Comitato Torino Respira, rappresentante di centinaia di cittadini torinesi preoccupati per la situazione della qualità dell’aria e per le sue conseguenze sulla salute, riteniamo che nella proposta dell’Amministrazione comunale e nel dibattito che ne è scaturito manchi una riflessione sulle ragioni e sugli obiettivi che qualunque azione di gestione del traffico dovrebbe avere nella nostra città.
Le ragioni per le quali agire bene e rapidamente dovrebbero essere chiare a tutti: Torino ha avuto negli anni scorsi la peggiore qualità dell’aria in Italia e tra le peggiori in Europa per il particolato fine. Secondo i dati della Regione, la maggior parte delle emissioni di particolato nella Città di Torino sono generate dal traffico dei veicoli, ed in particolare da quelli con motori diesel.
Questa situazione ha conseguenze sulla salute dei cittadini torinesi che, secondo stime del servizio epidemiologia dell’ARPA Piemonte, vedono la loro speranza di vita accorciarsi di 22,4 mesi rispetto al resto del Paese, e subiscono circa 900 morti premature l’anno a causa dell’inquinamento dell’aria.
A fronte di questa situazione, gli obiettivi dell’azione del Comune restano difficili da capire e ci pongono alcune domande. Qual è la riduzione di traffico attesa dal sistema di road pricing rispetto a quella chiaramente insufficiente della ZTL attuale? Qual è la riduzione delle emissioni di inquinanti nell’atmosfera che risulterebbe dall’introduzione del nuovo sistema? Questa riduzione è sufficiente per rispettare i limiti di qualità dell’aria e far rientrare Torino nella legalità? Perché nella preparazione della proposta non è stata coinvolta l’ARPA Piemonte che avrebbe le competenze per capire gli effetti delle nuove misure sulla qualità dell’aria?
Queste domande peraltro valgono anche per le misure antismog decise per l’intero bacino padano, che provocheranno gli annunciati blocchi delle auto diesel nell’area metropolitana di Torino. Nessuno infatti ha mai spiegato chiaramente se queste misure saranno sufficienti per rispettare i limiti di legge oppure quali saranno le loro conseguenze effettive sulla qualità dell’aria e sulla salute.
In tutto questo clima di approssimazione e incertezza spicca poi la decisione presa all’ultimo minuto dalla Regione di introdurre deroghe e di posporre l’avvio dell’applicazione delle limitazioni, previsto per il 1 ottobre, che pure la stessa Regione aveva concordato con le altre del bacino padano. E questo nonostante siano passati mesi dalla approvazione delle misure stesse, tempo che è stato evidentemente perso, tra l’altro anche per la mancata approvazione del Piano Regionale della qualità dell’aria, la cui bozza è stata approvata dalla Giunta Regionale da oltre quindici mesi.
Facciamo quindi un appello affinché tutte queste misure, così importanti per la tutela della salute dei cittadini, vengano gestite con urgenza e competenza, superando le contrapposizioni politiche, utilizzando tutte le professionalità necessarie e coinvolgendo nella discussione tutte le forze sociali e non solo i commercianti.