Traffico in rotonda semaforizzato e parcheggio di interscambio in piazza Bengasi: così il Comune di Torino propone di smaltire il flusso di veicoli che quotidianamente intasano lo snodo d’ingresso e uscita dalla città lungo corso Maroncelli.
Si tratta di interventi alla viabilità inseriti in un più ampio disegno che prevede il rifacimento del Palazzo del Lavoro – con nuova destinazione d’uso a “galleria commerciale” d’alta moda – e il completamento della Linea 1 della metropolitana. Lo hanno illustrato ieri sera il vicesindaco Guido Montanari e l’assessora Maria Lapietra durante il consiglio aperto della Circoscrizione 8, con un ordine del giorno presentato da Giovanni Pagliero (Torino in Comune): “È un punto nevralgico del nostro territorio, motivo di mobilitazione dal basso e proteste da circa dieci anni”, ha spiegato il consigliere in apertura.
E in effetti da molto tempo si discute sul futuro dell’area: nel 2016 la giunta comunale aveva approvato il progetto di fattibilità per il sottopasso alla Rotonda Maroncelli, poi rivelatosi troppo oneroso (richiederebbe circa 14 milioni di euro, che in questo momento la Città non possiede), mentre piazza Bengasi piange rassegnata l’insistenza dei cantieri Infra.To.
La soluzione dei semafori in rotonda costerebbe invece 2 milioni: “L’accordo di programma ora da firmare con la confinante Moncalieri non smentisce la realizzazione del sottopasso, che rimane comunque l’obiettivo finale”, ha dichiarato Lapietra. Il nuovo assetto della rotonda prevederebbe quindi un sistema semaforico “intelligente” per monitorare le code in entrata e in uscita da Torino, su corso Trieste e corso Unità d’Italia.
Una prospettiva che ha generato non poche perplessità in Circoscrizione 8: “I semafori erano stati tolti in vista del grande afflusso di veicoli per le Olimpiadi del 2006”, ha ricordato Massimo Giaretto (Lista civica per Torino), sostenuto da Alessandro Lupi (Comitati civici per Torino): “Così anziché progredire torniamo indietro”.
Un tema, quello del flusso veicolare nel nodo Maroncelli, che si allaccia al destino di piazza Bengasi, dove è prevista la costruzione di un parcheggio di interscambio legato alla nuova stazione della metropolitana. L’opera costerebbe alla città circa 15 milioni di euro - esclusa la sistemazione superficiale -, con 638 posti auto e la ricollocazione del mercato (trasferito da anni in via Onorato Vigliani). “Stiamo seguendo due strade per finanziarlo”, ha detto Lapietra. “O si fa un bando per la concessione a un privato, mettendo in gestione anche le future strisce blu attorno alla piazza, o si attendono le risorse del ministero”.
Conti che non tornano sui banchi della circoscrizione, dove il vicepresidente Massimiliano Miano ribatte: “Tra gli 11 milioni di oneri a scomputo del Palazzo del Lavoro, il contributo ministeriale e la sosta a pagamento anticipata rispetto al completamento dell’opera, il parcheggio di interscambio potrebbe tranquillamente essere realizzato e gestito in proprio senza l'avallo di privati”. “Noi sosteniamo con forza che in quella zona le strisce blu non devono arrivare finché non si concludono i lavori per la metropolitana”, ha ribadito ancora il presidente Davide Ricca. Ma i dubbi sull’efficacia delle nuove modifiche viarie di fatto non passano.
Perplessità anche connesse con il prossimo completamento del Palazzo della Regione e la futura costruzione del Parco della Salute, due poli attrattivi per l’afflusso di automobili. “Stiamo valutando, assieme ad altre città della pianura padana con problema di inquinamento, di inserire delle regole uniformi per monitorare le limitazioni al traffico”, ha detto infine Lapietra. “Anche Torino, così come Milano, andrebbe dotata di porte d’accesso alla città, non a pagamento, ma funzionali a un controllo effettivo di chi transita, e con quali e quanti mezzi”.