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Attualità | 04 gennaio 2019, 18:58

Allarme Cinghiali, Coldiretti e Uncem: "Rendere operative le nuove norme di contenimento"

"La tutela dell'ambiente non deve farci dimenticare la sicurezza stradale". E aggiungono: "L'incidente in Lombardia non deve ripetersi"

Allarme Cinghiali, Coldiretti e Uncem: "Rendere operative le nuove norme di contenimento"

Dopo il drammatico incidente che si è verificato nelle scorse ore in autostrada in Lombardia, torna d'estrema attualità - anche in Piemonte - il tema dei cinghiali e delle strategie per il loro contenimento. A richiamare i riflettori, in particolare, sono Coldiretti e Uncem.

“L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale  -. Neppure la nostra regione è immune, per questo, dopo che la Giunta regionale ha approvato, nei giorni scorsi, il provvedimento che dà il via alle norme per attivare interventi riguardanti la prevenzione ed il controllo dei cinghiali, è urgente che le province e Città metropolitana si attivino per rendere operative tali misure. Purtroppo in Piemonte sono sempre più frequenti casi di cinghiali che giungono anche nelle città e i danni reali  provocati dai selvatici sono inestimabili. La tutela dell’ambiente non deve farci dimenticare la sicurezza stradale per questo non devono più esserci impedimenti ad intervenire in modo concreto, senza intralci amministrativi”.

E da Uncem rincarano la dose: "L'incidente avvenuto sull'A1 tra Lodi e Casalpusterlengo non deve ripetersi. Serve un contenimento urgente degli ungulati. Che sono troppi. Perché sono sempre più frequenti casi di cinghiali che giungono anche nelle città e i danni provocati dai selvatici sono inestimabili. La grande proliferazione della fauna selvatica e in particolare dei cinghiali - che secondo stime Ispra hanno ormai superato il milione di esemplari in Italia - sta causando danni ingenti alle colture agricole e gravi incidenti all'uomo. La situazione ha assunto di fatto dimensioni e caratteristiche di una vera e propria emergenza, da superare avendo come bussola la gestione degli equilibri ecologici. Ma senza intralci amministrativi. L'abbandono di porzioni importanti di territorio rurale e montano da parte dell'uomo, nonché l'aumento del bosco, lasciano ampi spazi all'aumento di selvatici. Come testimoniato anche dall'allarme delle ultime ore di Coldiretti, Cia e Confagricoltura sui danni causati all'agricoltura dalla fauna selvatica, il cinghiale rappresenta la parte preponderante del problema viste le sue caratteristiche, le sue abitudini alimentari".

E ancora: "Su un punto in particolare siamo certi come Uncem sia necessario lavorare: le buone pratiche di abbattimento selettivo e contenimento faunistico attualmente in corso nei Parchi nazionali e negli Ambiti territoriali di caccia devono oggetto di standardizzazione e di direttive specifiche nazionali. Chiediamo alla conferenza Stato-Regioni di adottare queste direttive per i parchi regionali e per le aree non protette al fine di far fronte all'emergenza su tutto il territorio nazionale. Ridurre il numero di ungulati è urgente e non più rinviabile".

 

redazione

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