"L’impressione è che con questa amministrazione la partecipazione sia fortemente voluta sulla carta ma altrettanto fortemente osteggiata nella realtà": è lo sfogo di Enrica Pazè e Aldo Martignoni di Pinerolo in Comune. La prima è stata consigliere comunale fino a qualche mese fa, quando ha passato il testimone a Martignoni.
L’attacco all’Amministrazione del Movimento Cinque Stelle riguarda il futuro della Caserma Bochard, che il Comune ha ottenuto dal Demanio per un progetto di recupero, che sinora non ha visto la luce. L’Amministrazione del precedente sindaco Eugenio Buttiero, aveva sostenuto la realizzazione di un Centro culturale. L’attuale primo cittadino Luca Salvai, invece, aveva proposto di spostare gli uffici comunali all’interno della vecchia Caserma militare. Una proposta che ha diviso gli animi e fatto discutere non poco la scorsa primavera. Pinerolo in Comune, a inizio ottobre 2018, ha presentato una proposta per un referendum dal quesito molto semplice da sottoporre ai pinerolesi: “Siete favorevoli alla proposta di destinare il complesso dell’ex-caserma Bochard a sede degli uffici comunali?”.
La risposta del comitato dei garanti – composto da presidente del Consiglio comunale, vice presidente del Consiglio, Dirigente della segreteria generale e segretario generale – è arrivata dopo oltre quattro mesi: il quesito è inammissibile per il momento.
La motivazione è che è previsto uno studio di fattibilità e finché non ci sarà un parere sulla realizzabilità tecnica e la sostenibilità economica di questa opera, il quesito non può essere ammesso. Una motivazione che non convince per nulla Pazè e Martignoni: “Non è assolutamente corretto, come ha fatto il comitato dei garanti, rendere necessario uno studio di fattibilità, con esito positivo, per consentire alla popolazione di esprimersi su un argomento”. Per gli esponenti di Pinerolo in Comune c’è un errore di interpretazione del regolamento: “Ammesso che di errore si tratti”, la loro sensazione, infatti è che la maggioranza professi la partecipazione sulla carta, ma poi ponga ostacoli su ostacoli per non realizzarla: “Chiedere di consultare i cittadini su queste proposte, che non facevano parte del programma elettorale, è legittimo e doveroso. Rendere la Bochard l’ennesimo edificio abbandonato o inutilizzato è disdicevole, ed ancor più lo è impegnare soldi pubblici, del demanio, in questo caso, per uno studio di fattibilità a cui nemmeno più l’Amministrazione crede”.