"Il problema è che la vicenda si è spostata da una polemica culturale con implicazioni contrattuali a una simbolica, con la presa di posizione di Halina Birenbaum, e quindi è stata necessaria una svolta politica".
Così il direttore del Salone del Libro di Torino Nicola Lagioia, all'inaugurazione della 32° kermesse al Lingotto, sulla rescissione del contratto con la casa editrice AltaForte, vicina a CasaPound.
"Questa vicenda - ha aggiunto - ha fatto emergere i temi chiave del nostro tempo, fascismo e antifascismo, la tenuta della democrazia, temi di cui si parlerà al Salone che certo ha una sua impostazione culturale che è andata a confliggere con quanto è successo. Questo però non vuol dire che il Salone non accolga tutti però c’è un limite che è quello dell’apologia di fascismo e di odio razziale che si devono mettere fuori”, ha detto ancora.
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