È di nuovo attivo e aperto al pubblico il Centro di riuso creativo Remida di Torino (via Modena 35), un progetto mirato al recupero e la distribuzione di materiali di scarto attraverso attività didattiche e formative.
Nato dalla collaborazione tra il Centro di Cultura per l'Arte e la Creatività e il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, Remida è stato originariamente inaugurato da Michelangelo Pistoletto nel 2006. Uno spazio laboratorio permanente che fa dell'arte contemporanea il suo stile distintivo, invitando gli utenti a guardare dentro gli oggetti e i materiali ponendosi continui interrogativi e stimolando la creatività.
Anche qui, come narra la leggenda di Re Mida, quanto viene toccato e manipolato acquista nuova forma e letteralmente rinasce, mettendosi a disposizione di scuole e associazioni sensibili all'ecologia.
Il magazzino accoglie i materiali più svariati: dal bastone alla juta, dalla gomma al plexiglass, tutti recuperati in aziende e negozi, e destinati a tramutarsi in materiali nuovamente malleabili e inseribili in un circolo virtuoso e antispreco.
Il centro è stato inaugurato questa mattina alla presenza degli assessori Antonietta Di Martino e Alberto Unia della Città di Torino, con i referenti di Corepla, ITER e Iren.
In occasione della riapertura, fino al 19 ottobre Remida ospiterà Casa Corepla, installazione didattica itinerante del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica. Aperta ai bambini delle scuole primarie e le loro famiglie per educare alla raccolta differenziata, la struttura riproduce gli interni di un appartamento, composto di salotto, cucina e stanza dei giochi, dove, al termine della visita, gli imballaggi raccolti vengono trasformati in nuovi oggetti. E sono già 50 le classi, provenienti da una ventina di istituti torinesi, che hanno prenotato la visita didattica nei giorni di apertura (per le famiglie, invece, l'appuntamento libero è fissato per sabato 12 e 19 ottobre dalle 9.30 alle 13).
In questo modo, Remida, parte integrante di una rete (di 14 strutture) che fa capo al centro di riuso creativo di Reggio Emilia, il primo in Italia, si propone di diventare un punto di riferimento per le giovani generazioni, in un periodo particolarmente caldo sul fronte dell'attivismo ambientale "new generation".