Una casa per le persone più fragili, nel nome di Silvana Egitto. E’ stato inaugurato questo pomeriggio, alla presenza del vicesindaco Sonia Schellino e dell’arcivescovo Cesare Nosiglia, l’alloggio destinato all’ospitalità dei parenti dei carcerati provenienti fuori Torino che non possono permettersi un albergo in città.
La casa di 30 metri quadri, in via delle Primule 12/bis, non lontano dalla casa circondariale, è stata messa a disposizione da Atc. In realtà il progetto è attivo da circa 20 anni, ma a causa di alcune vicissitudini e della scomparsa della signora Silvana Egitto, l’alloggio è passato dalla gestione dell’associazione Oltre la Soglia alla Caritas che, in collaborazione con la Fondazione Il Riparo Onlus, ha rinnovato i locali e l’ha rimessa a disposizione delle categorie più fragili.
Dopo un piccolo restyling, adesso la casa è in grado di offrire due posti letto, una cucina e una piccola sala, un bagno e un ampio ingresso ben curato. Un posto sicuro e comodo per persone che non avrebbero disponibilità economiche per stare vicine ai loro cari, nel nome di Silvana Egitto.
“Non conoscevo la storia di Silvana, persona che merita di essere ricordata attraverso quest’opera” è il commento dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. “Il sistema Torino funziona - ha poi proseguito il monsignore - quando diversi enti si mettono insieme, questi sono i risultati. Mi auguro possano esserci tante altre case come questa. Ci sono tanti alloggi sfitti, il mio appello è che vengano messi a disposizione degli ultimi”. Marcello Mazzù, presidente di Atc ha invece sottolineato la necessità di “moltiplicare la presenza di luoghi simili negli edifici dell’agenzia, per stimolare un fondamentale senso di comunità”.
Anche il vicesindaco Sonia Schellino ha voluto ricordare la figura di Silvana Egitto: “Ha dato la sua vita al servizio per i poveri, per gli ultimi. Ci sono tante periferie esistenziali che qui sono state accolte”. “E’ bello quando viene data alle persone che si trovano in difficoltà la possibilità di restituire quanto hanno ricevuto in termini di tempo. Il tempo che dedichiamo alle persone in difficoltà”.
Da oggi, la “casa di Silvana”, grazie alla Diocesi potrà nuovamente ospitare le famiglie dei detenuti al carcere Lorusso e Cutugno.