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Attualità | 05 gennaio 2020, 12:33

Mons. Nosiglia durante la messa per la Festa dei Popoli: "Gli immigrati risorsa che il Paese deve difendere e valorizzare"

L'omelia dell'Arcivescovo di Torino nel corso della messa al Santo Volto: "Il futuro è una società multietnica, per superare discriminazioni, indifferenza, rifiuti preconcetti ed estraneità"

Mons. Nosiglia durante la messa per la Festa dei Popoli: "Gli immigrati risorsa che il Paese deve difendere e valorizzare"

L'Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, durante la messa per la Festa dei Popoli, che si è svolta questa mattina alla chiesa del Santo Volto, ha posto ancora una volta l'accento sul tema dell'inclusione: "Tutti i discorsi un po’ astratti o virtuali, che in questo nostro tempo si rovesciano su di noi, un insieme di parole vuote, vengono spazzati via da questo annuncio. Per  vivere veramente e pienamente la nostra umanità, occorre passare dalle parole ai fatti, dai discorsi astratti e inconcludenti all’operatività, dalle idee e buoni propositi all’impegno concreto di agire bene a vantaggio non solo nostro ma di tutti".

"Qui sta il cuore del messaggio cristiano. Dio non si è rivelato solo con parole orali o scritte, proclamate da un profeta di turno che dice di parlare in suo nome.
Dio è passato dalle parole alla Parola fatta carne nella persona del figlio suo unigenito diventando uno di noi, in carne e ossa, sentimenti, cuore , dolori e speranze come è ciascuno di noi", ha proseguito Nosiglia. "Dio ci insegna cosa significa vivere il quotidiano con realismo e responsabilità e trarre dalle concrete esperienze di vita motivo di gioia e di sofferenza, di vita e di morte, di delusione e di speranza. Niente di ciò che è umano il Figlio di Dio ha disprezzato o rifiutato".

"Dunque, il vangelo ci dà questo annuncio: l’umanità del Figlio di Dio, è la via della salvezza, perché attraverso tutto ciò che è concretamente umano egli ci ha salvato. Penso alla vita nella famiglia, al lavoro, alle difficoltà, alle amicizie
e a chi lo ha disprezzato, alle sofferenze e persino alla morte, non c’è nulla di umano che Cristo non lo abbia vissuto pienamente. Ma la cosa certamente più straordinaria e unica è che Gesù si identifica con tutti coloro che non contano e sono ultimi nella società. Con chi ha fame o sete,  è straniero e immigrato, chi è malato o in carcere. Nessuno deve sentirsi dunque dimenticato da Dio per mezzo del suo figlio. Dunque nemmeno voi cari amici  immigrati nel nostro Paese siete dimenticati dal Signore, ma anzi siete i prediletti del suo amore".

"Cari amici immigrati, desidero rivolgervi con tutto il cuore -  in questa celebrazione, che esprime l’unità e la comunione profonda -  il mio saluto e gli
auguri che legano la vostra persona, famiglia e comunità con la Chiesa diocesana di Torino, il suo Vescovo, i sacerdoti e i fedeli. Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali, cristiani e civili, che può arricchire la nostra Comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza di tanti immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva, che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti. Siate dunque i benvenuti e sentitevi membri eletti della nostra Chiesa".

"Se siamo uniti in questi doni di grazia, così decisivi ed importanti per la salvezza, come non possiamo esserlo in altri aspetti del vissuto quotidiano? Interrogativi che in questa giornata, Festa dei Popoli, devono attraversare la coscienza e la vita di tutti i cristiani e delle nostre comunità per stimolare la ricerca di vie ed impegni concreti di accoglienza, integrazione e solidarietà verso
tutti gli immigrati presenti nel nostro territorio. La vostra presenza e partecipazione alla vita della Chiesa in Torino è un segno di grande speranza, perché conferma quanto il Vangelo oggi ci annuncia, mostrandoci che la fede in Cristo è fonte prima di comunione e di salvezza per tutti".

"La festa dei popoli apre il grande orizzonte dell’universalità della salvezza e ci invita a considerare ogni popolo ed ogni uomo una ricchezza per tutta l’umanità.
Operare e lavorare su questo significa anche riconoscere a tutti quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia superando discriminazioni, indifferenza, rifiuti preconcetti ed estraneità sia sul piano religioso che civile", ha concluso Mons. Nosiglia. "Preghiamo il Signore affinché questo obiettivo sia raggiunto presto nel nostro Paese e si possa guardare per il futuro ad una società multietnica,  fatto positivo e arricchente
per tutti".

redazione

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