L'università di Torino chiama la Francia, il Portogallo, la Spagna e la Romania. L'obiettivo è fare squadra, per proporsi all'Unione Europea come consorzio per affrontare insieme i temi della sostenibilità e del green e ottenere contributi triennali da 5 milioni di euro.
"Vogliamo creare una federazione di Università che possano lavorare insieme in ambito europeo" dice il rettore Stefano Geuna. Ecco perché Unito diventa Unita, ma non si tratta solo di un cambio di vocale. La nuova sigla indica infatti "Universitas Europea", l'alleanza tra l'ateneo torinese e i colleghi portoghesi di Beira Interior, le francesi di Pau e di Savoia Mont Blanc, gli spagnoli si Saragozza e i rumeni di Timisoara.
"Ci uniscono le radici linguistiche romanze - commenta Geuna - e vogliamo dedicati a temi di sostenibilità e inclusione". Ecco perché, accanto ai rettori, ci sono anche i ragazzi di Friday for future, "che stanno dando un forte impulso", dice Geuna. "Vogliamo formare gli scienziati che in futuro si occuperanno di questi temi".
Inoltre, a unire gli atenei che scelgono di allearsi c'è anche una similitudine geografica: tutti territori di confine e caratterizzati da montagne. L'iniziativa è inserita nell'ambito del programma Ue Erasmus+ 2020 - Key action 2.
Al progetto hanno lavorato per due giorni studenti e rettori e sarà presentato il 26 febbraio un dossier all'Unione Europea che potrebbe portare a 5 milioni di euro di finanziamenti da spendere in tre anni in progetti di scambi, ricerca e formazione. Al tavolo di lavoro anche i ragazzi che seguono l'esempio di Greta Thunberg e che proprio a Torino ospiteranno il loro evento internazionale.
"Un progetto visionario - commenta Marcella Costa, vicerettrice alla didattica internazionale - che coinvolge anche il personale amministrativo dei nostri atenei e che potrà riguardare molte tematiche, a cominciare dalla mobilità".
"Siamo un movimento che nasce per far ascoltare la voce della scienza alla politica, che spesso non lo fa. Ecco perché per noi è importante poter partecipare a questo progetto con l'Università", dicono i ragazzi di Fridays for future.
"La crisi climatica non ha confini e si combatte solo con piano ambizioni e internazionali".