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Cultura e spettacoli | 24 aprile 2020, 17:27

"Daremo voce alle performance culinarie degli italiani nelle loro case: il cibo è spettacolo e convivialità" [INTERVISTA]

Il direttore artistico del festival Play with Food presenta l'edizione del decennale a Torino, anticipata il 26 e 27 aprile da uno spettacolo in streaming di Chiara Vallini

"Daremo voce alle performance culinarie degli italiani nelle loro case: il cibo è spettacolo e convivialità" [INTERVISTA]

Davide Barbato, quest’anno il festival teatrale Play with Food, il primo interamente dedicato al cibo, compie dieci anni. Può farci un breve bilancio di questo importante traguardo, a partire dai motivi che portarono alla sua nascita?

Per lo stato in cui ci troviamo a operare noi lavoratori dello spettacolo in questo momento, direi che dieci anni sono un ottimo risultato. Il festival è nato nel 2010 come progetto dei Cuochivolanti, attività portata avanti dalla collega Roberta Cavallo, con servizio di catering e cucina a domicilio. Avendo entrambi un passato in campo teatrale, la nostra idea era di unire l’attività ristorativa con la passione per lo spettacolo. La prima edizione è nata di fatto in casa, nel nostro laboratorio di via Modena, a Torino, mettendo insieme diversi amici artisti che avevano sviluppato vari lavori sul cibo, dalla fotografia al sound design. Da lì il progetto ha preso piede diventando autonomo. A partire dall’anno seguente, Chiara Cardea mi ha affiancato nella direzione artistica, fino al 2019. Io stesso, nel 2006, ho lasciato la mia attività di ristorazone per dedicarmi a tempo pieno al teatro e agli eventi, ereditando quindi il festival. Un percorso davvero ampio, che ha visto moltissime collaborazione riunendo tante energie

L’edizione 2020 sarà anticipata il 26 e 27 aprile, in streaming, dalla performance Ricettario/Lato B di Chiara Vallini. Di cosa si tratta?

L’idea è nata dalla voglia di mantenere il contatto con i nostri spettatori anche a distanza e fare un primo brindisi per il nostro compleanno, che cade proprio nel mese di aprile. Chiara Vallini l’aveva già messo in scena nel 2012 a Play with Food, e poi l’ha portata in giro in Italia e all’estero. L’abbiamo recuperata soprattutto per il suo formato: non la  ripresa di un semplice spettacolo dal vivo, ma una performance strutturata per uno spettatore alla volta, faccia a faccia, anche se divisi da uno schermo. La riproporremo in questa stessa modalità per due giornate attraverso il web, usando creativamente i mezzi che abbiamo a disposizione.

In questo periodo di quarantena per l’emergenza sanitaria, sono tanti gli italiani che, da casa, si dilettano a sperimentare ricette, “giocando” letteralmente con vari ingredienti. Cosa pensa, in questo caso, del valore “catartico” del cibo, in un momento di difficoltà e reclusione?

Sicuramente ciò che sta succedendo nelle case di tutti gli italiani in questo momento è la conferma di quanto sta alla base di Play with Food: utilizzerò forse un cliché, ma per noi italiani il cibo è veramente un elemento di cultura profonda. Il senso di festival è di usarlo come momento di convivialità, condivisione, scoperta, memoria e racconti. Tanti di noi che prima magari toccavano le padelle solo in caso di stretta necessità si sono trasformati in cuochi provetti recuperando le ricette della nonna: ecco che il cibo deflagra arrivano a occupare appieno il suo post. In occasione del prossimo festival cercheremo anche di dar voce a questo “ritrovamento” delle funzione del cibo.

Il Collettivo Canvas riunisce professionisti dello spettacolo e della ristorazione, due tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi attuale. Avete sviluppato una riflessione circa il presente e il futuro delle arti performative e del mondo culinario?

Sì, in questi giorni è argomento di riflessione quotidiana e occasione di scambio. Mai come in questo momento si vede la solidarietà e la voglia di confrontarsi con i colleghi per cercare di immaginarci un futuro diverso. Fra le due categorie, quella sicuramente più in difficoltà è il teatro, perché non c’è alcuna possibilità di svolgere il proprio lavoro se non usando il mezzo digitale, mentre i colleghi ristoratori hanno la marcia in più del delivery. Questo ci spinge a immaginare per il futuro del festival anche eventuali forme ibride, sia incontrandoci dal vivo, e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, sia in forma digitale,. Ma da questo punto di vista abbiamo già un asso nella manica da giocare, perché noi abbiamo sempre usato degli spazi non deputati, per i nostri spettacoli, come ristoranti, laboratori di produzione, vinerie, negozi. Questo ci dà un po’ di vantaggio nell’immaginare un evento performativo in uno spazio non teatrale. Cerchiamo quindi di vedere il dato positivo, da questi stimoli. 

Può anticiparci qualche novità rispetto al decennale di Play with Food, a Torino dal 29 settembre al 4 ottobre?

Sarà un’edizione con delle piccole celebrazioni all’interno, ma non solo. Per la prima volta organizzeremo un tavolo di lavoro, un convegno per fare il punto della situazione sulla vastissima produzione che esce dal teatro e va negli spazi domestici, quindi uno studio sullo spettacolo nelle case e in altri luoghi non deputati. E poi, oltre al nostro, un altro compleanno che vogliamo contribuire a festeggiare è quello del Teatro dell’Ariete, una compagnia che ha fatto la storia del teatro e cibo in Italia, che compioe vent’anni di attività e tornerà a Torino portando un famosissimo spettacolo del suo repertorio. 

 

Ricettario/Lato B di Chiara Vallini

Una performance immersiva per uno spettatore alla volta, che si diverte nel suscitare curiosità e che si nutre dello spaesamento e della sorpresa originati da un evento inatteso. Una cuoca si prepara ad allestire il suo tavolo nello spazio che le è stato affidato, in questo caso in una web chat. Lo spettatore si troverà di fronte alla cuoca che gli chiederà di scegliere una pietanza da un menu. Fatta la scelta lo spettatore verrà invitato a indossare delle cuffie e  a entrare inaspettatamente in un mondo parallelo, sorprendente, onirico e surreale.

Per partecipare è necessario scegliere una delle seguenti fasce orarie di domenica 26 aprile: 17.00 / 17.25 / 17.50 / 18.30 / 18.55 / 19.20 / 19.45. La performance dura 5 minuti. La prenotazione può essere effettuata gratuitamente mandando una mail a prenota@playwithfood.it 

Manuela Marascio

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