«Io ho un’azienda agricola e ho continuato a lavorare, ma per quanto riguarda l’addestramento dei cani sono ferma e non c’è una data per la ripartenza. Siamo dimenticati». Irene Scroppo, titolare di Casa Fumetta a Bricherasio, lamenta tutta la sua amarezza per una categoria che è esclusa dal ragionamento sulle date di riapertura delle attività.
«Io sono un’addestratrice Enci (Ente nazionale della cinofilia italiana, ndr), ma non abbiamo un albo professionale e nei codici Ateco delle partite Iva rientriamo nella sottosezione dei servizi agli animali» una situazione che rende difficili far sentire la propria voce.
«Le associazioni si sono mosse per la ripresa dello sport e lo Stato, dal 4 maggio, ha consentito la ripresa dell’addestramento solo per l’attività venatoria – entra nel merito –. Insomma, posso addestrare il cane per andare a caccia, ma non fare recupero comportamentale se morde il padrone». Il lockdown ha inevitabilmente interrotto dei percorsi educativi con numerosi rischi e difficoltà per padroni e animali: «Se un proprietario non tiene il cane allenato, lui perderà tutto quello che ha imparato. Inoltre, quando si lavora sull’aggressività, si procede per piccoli passi e interrompere di brutto il percorso, comporta dei problemi».