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Eventi | 11 agosto 2020, 19:27

Gran finale al Forte di Fenestrelle: dal 12 al 15 agosto teatro in quota a ingresso libero

Si conclude il Festival Teatro&Letteratura con Lella Costa, Ivana Ferri, Matthias Martelli e Bruno Maria Ferraro

Gran finale al Forte di Fenestrelle: dal 12 al 15 agosto teatro in quota a ingresso libero

Giunge al termine il Festival Teatro&Letteratura organizzato da Tangram Teatro nei forti di Exilles e Fenestrelle. Iniziato il 25 luglio, si concluderà a Ferragosto dopo una carrellata di appuntamenti a ingresso gratuito, con accesso in ordine di arrivo degli spettatori. 

"Il festival - spiegano i direttori artistici - ha voluto con determinazione essere presente all’appuntamento estivo. Nei mesi precedenti al lockdown avevamo definito un programma che collegava il Forte di Exilles (sede delle ultime edizioni) e il Forte di Fenestrelle. Un ponte ideale che, scavalcando i monti, univa due valli di straordinaria bellezza del nostro territorio con una serie di spettacoli ed eventi tra luglio e agosto. Come tutti abbiamo dovuto sospendere, aspettare, riconsiderare, riprogettare tante volte sempre sperando che la situazione intorno a noi migliorasse e che fosse, in qualche modo, possibile non mancare un appuntamento con un pubblico meraviglioso che ci ha seguito in questi anni con passione e attenzione".

Si comincia domani, 12 agosto, con un passaggio di testimone epocale: Lella Costa raccoglie l'invito di Franca Valeri, mancata pochi giorni fa all'età di cent'anni, a interpretare La vedova Socrate, testo da lei scritto e interpretato la prima volta nel 2003. Un concentrato di ironia corrosiva e analisi sociale, rivendicazione disincantata e narrazione caustica. Liberamente ispirato a La morte di Socrate dello scrittore svizzero Friedrich Durrenmatt, nato a seguito dell'intuizione di Giuseppe Patroni Griffi che glielo suggerì, il monologo è ambientato nella bottega di antiquariato ed oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell'antichità. “Patroni Griffi ha letto il testo di Durenmatt e mi ha detto se ne potevo trarre qualcosa. Mi incuriosiva l' idea di sfatare questa leggenda che Santippe fosse solo una specie di bisbetica -spiegava Valeri -. Io ne faccio una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, una donna intelligente che del marito vede anche tanti difetti. Nel testo di Durenmatt c'è poco di Santippe, per questo, per conoscerla meglio, ho preso delle informazioni su Socrate e ho letto i Dialoghi di Platone. Mi sono fatta l’idea di una donna forte che ha vissuto accanto a un uomo per noistraordinario ma che per lei era semplicemente un marito e per giunta noioso”. 

Nello spettacolo, la vedova si sfoga per tutto quello che le hanno fatto passare gli amici di Socrate come Aristofane e Alcibiade, una masnada di buoni a nulla a cominciare da Platone, il principale bersaglio polemico dello spettacolo. Lei non sopporta che abbia usurpato le idee del consorte anche se fu molto fedele nel riportarle. E così lo degrada a un semplice copista e si mette in testa di chiedergli pure i diritti d'autore. Anzi alla fine pensa di poter scrivere lei un dialogo: protagoniste però sarebbero le donne. Ed è infatti soprattutto alle donne che parla: neanche la vedovanza le toglie il diritto di emanare un giudizio onesto sul comportamento dei mariti, degli uomini in generale e anche di quelle donne che ingannano l'altro sesso. Non serve, dice, indagare sulla vera natura del proprio uomo, basta accettarlo così com'è da vivo e da morto; d'altronde, “la morte di un marito è un così grande dolore che nessuna donna ci rinuncerebbe”.

Il 13 Ivana Ferri porta in scena Attenti al lupo, uno spettacolo delicato e poetico che parla della natura in modo originale e non scontato. Un’immersione nel significato più profondo di cosa vuol dire il rispetto per l’ambiente che ci circonda e per le relazioni tra uomini e tra uomo e ambiente. Un breve viaggio che ci porta fino al punto dove scienza e poesia si incontrano, dove uomo e natura si confondono e dove prosa e musica diventano un “canto” unico che culla la parte più profonda e limpida di noi, quella bambina. Con  Celeste Gugliandolo, Bruno Maria Ferraro, Massimo Germini Patrizia Pozzi, e le musiche di Neil Young, Lucio Dalla Roberto Vecchioni, Ivano Fossati e Louis Armstrong.

Eugenio Allegri dirige con maestria Matthias Martelli nella rivisitazione del Mistero Buffo di Dario Fo (venerdì 14), esilarante giullarata popolare che ha costituito il modello per il grande teatro di narrazione degli ultimi vent’anni. Facendo leva sul talento di Martelli, il regista ha scelto di rimanere fedele all’interpretazione del Premio Nobel e alla tradizione giullaresca da lui riscoperta, mantenendo il risultato differente e distinto. "Solo così si può restituire Mistero Buffo - scrive Allegri - come un classico immortale del teatro italiano: facendo rivivere il fascino attraverso un’interpretazione fedele ma allo stesso tempo il più possibile personale". A Fenestrelle sarà portato in scena "Il primo miracolo di Gesù bambino", restituendo l'uso del grammelot modulato sulle differenti abilità vocali dell’attore per costruire una satira nuova, che combina la corrosività delle parodie giullaresche con i temi del mondo moderno.

Infine, sabato 15, Bruno Maria Ferraro riproporrà Ho visto Nina volare. Le radici piemontesi di Fabrizio De André, ispirato al testo curato da Guido Harari per Rizzoli, "Una goccia di splendore", con i contrappunti musicali di Gigi Venegoni. Genova, il mare, i suoni del Mediterraneo, il porto. E poi la Sardegna, andando fino al cuore di quella terra, il sogno dell'agriturismo e la malattia del sequestro. E ancora, il Piemonte terra di cascine abitate nell'infanzia. Ripercorrere i "luoghi" di De Andrè  significa viaggiare nell'anima degli uomini, in quelle contraddizioni che spaccano la nostra società ma che sono opportunità, risorse, differenze da capire anziché combattere. 

Lo spettacolo accompagna così lo spettatore con passo lieve ma sicuro in un viaggio fatto di suggestioni e di pensieri, cercando quel sottile filo rosso che collega le canzoni straordinarie di Faber alle analisi e sensazioni che le hanno generate.

Manuela Marascio

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