Se si dovesse scegliere un’opera ad accompagnare le parole utilizzate dai revisori dei conti per descrivere la situazione debitoria del Teatro Regio, la Valchiria di Richard Wagner si presterebbe alla perfezione per esaltare il dramma dei finanziario in cui è precipitato il più grande e famoso teatro di Torino.
“Il modello di business che abbiamo analizzato è difficilmente compatibile o addirittura impossibile con le risorse future disponibili”. Esponendo i risultati del loro lavoro alla 1° e 5° Commissione consiliare, non usano mezze parole i revisori per descrivere lo stato di salute dei conti e indicare la via da seguire per il futuro del Teatro Regio. Nonostante le grandi difficoltà nella consultazione di alcuni documenti contabili, con la mancanza della predisposizione del bilancio di previsione 2020, gli squilibri tra attivi e passivi sono subito saltati all’occhio dei professionisti.
La situazione appare nitida, anche per una platea di non esperti, con due grandi anormalità: la svalutazione integrale dell’immobile di via San Francesco da Paola, ceduto al Conservatorio a zero euro e l’importante voce relativa all’ammortamento delle scenografie. Nel primo caso l’immobile, non di piena proprietà ma con parziale di diritto di superficie sullo stesso, vincolato e concesso a comodato gratuito a un soggetto terzo, si è scelto di effettuare una perizia al fine di allineare il valore del bene. Per quanto riguarda le scenografie, nonostante l’ammortamento stabilito ai sensi di legge preveda un’aliquota del 15,5%, il Teatro Regio nel 2011 l’ha ammortizzata al 2%. Uno squilibrio tanto grande da non essere giustificato. Entrambe le voci hanno condotto a rettifiche per diversi milioni di euro, con un impatto significativo sul bilancio del Teatro.
Dubbi poi per l’assetto organizzativo, privato di figure manageriali ritenute indispensabili per una corretta gestione quali il direttore generale o il responsabile amministrativo finanziario, schiacciati dalla figura del sovrintendente: “Sono necessari importanti passi avanti, soprattutto dal punto di vista della programmazione economica, finanziaria e del controllo di gestione”. Attualmente, comunque, per una realtà con 400 dipendenti, costo delle opere molto elevate secondo i revisori è impossibile continuare sulla falsa riga del passato, seguendo lo stesso modello di business: “La nomina del commissario straordinario sarà un’occasione per rivedere lo statuto”. E magari, senza drammi e proseguendo nel percorso di commissariamento, dare un nuovo futuro al Teatro Regio.
“Attendiamo di audire la società di revisione e l’assessore Rolando, al fine di fugare i dubbi su domande che oggi non hanno trovato risposta” afferma Chiara Foglietta, vice capogruppo del Partito Democratico, riferendosi alla questione dell'immobile di via San Francesco da Paola.
Come su ogni palco che si rispetti non è poi mancato il colpo di scena, degno del migliore dei copioni: la presenza in Commissione consiliare, che avrebbe dovuto essere chiusa, di William Graziosi, ex sovrintendente indagato per corruzione e turbativa d’asta.