Venerdì mattina le componenti socio-economiche territoriali di Bardonecchia che gravitano direttamente o indirettamente sul variegato mondo della neve, rispondendo alla proposta “Per chi suona la montagna”, lanciata da Marco Di Marco, scrittore e giornalista, direttore del mensile Sciare Magazine e ripresa dall’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, si sono ritrovati sul sagrato della chiesa parrocchiale per richiamare l’attenzione di tutti sulla negative ricadute socio-economiche sul comparto, causate delle norme volte a contenere la diffusione della pandemia Covid-19.
I rappresentanti dei maestri delle varie scuole di sci, dei commercianti, dei negozianti, degli albergatori, i professionisti del mondo della neve e dell’indotto e alcuni residenti e villeggianti, nel pieno rispetto delle norme volte a contenere la diffusione della pandemia, a iniziare dalla scrupolosa osservanza delle numerose norme anti Covid-19”, si sono disposti in cerchio dall’alto valore simbolico e solidale.
Al termine del rumoroso raccoglimento, generato dal suono delle campane della parrocchiale unito a quello dei campanacci suonati a turno dagli astanti, hanno preso la parola Francesco Avato, il sindaco, Nicola Bosticco, amministratore delegato della Colomion Spa, società che gestisce impianti di risalita e le piste del comprensorio sciistico e Aldo Timon, a lungo consigliere comunale e maestro di sci, che nei loro interventi hanno rimarcato le numerose problematiche che condizionano il comparto neve e l’indotto e ringraziato per la sua disponibilità e solidarietà Don Franco Tonda, parroco del capoluogo.
"Oggi le campane in montagna non hanno suonato a festa ma per lanciare un ultimo appello verso quel mondo della politica che fra un tira e molla e l’altro non è riuscito ad indicare né i tempi né le modalità per la ripartenza della stagione", hanno commentato Giorgio Bertola e Francesca Frediani del Movimento 4 Ottobre. "Il grido d’allarme del sistema neve non può rimanere inascoltato. Ci preme però ricordare che a muovere l’economia montana sono anche migliaia di lavoratori stagionali che vivono spesso situazioni di precarietà ora ulteriormente aggravate dalle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria. Il nuovo Governo dovrà affrettarsi e prendere decisioni importanti. Da parte nostra premeremo ancora nelle commissioni regionali affinché i ristori promessi dalla Giunta Cirio possano finalmente essere emessi e coprire le fasce più fragili del sistema. La montagna merita rispetto ma anche una visione più ampia, che sappia affrontarne il rilancio con maggiore coraggio e lungimiranza. Oltre alle piste e agli ski-lift c’è di più: valli e monti possono essere il luogo in cui le nuove generazioni costruiranno il loro futuro".
"Scopo dell’iniziativa - ha dichiarato Igor De Santis, vice presidente Uncem - è sensibilizzare sui temi della montagna, troppo spesso dimenticati da Roma in questa fase storica, l’economia delle valli ha una sua peculiarità, delle sue tipicità, la Montagna è vita per chi ci vive, oggi abbiamo voluto farci sentire con questa manifestazione nazionale e alle 10 del mattino abbiamo partecipato a questo Flash Mob a distanza, la Montagna è una fetta importante del nostro paese, chiediamo di essere rispettati e di essere considerati, chiediamo di co-partecipare alle scelte che riguardano le Terre Alte e di dire la nostra anche sui temi inerenti l’emergenza".
Così invece Alessandro Giglio Vigna: “L'ultimo Governo ha semplicemente deciso di non considerare la Montagna o di considerarla un inutile orpello, un luogo di svago, al pari di un acqua park o di uno stadio, senza considerare che la Montagna è lavoro, è economia, senza considerare che esiste una parte di popolazione che vive in montagna. I DPCM non hanno considerato le peculiarità dei territori montani e l’economia delle valli è stata devastata al motto di 'si può rinunciare alla gita in montagna'”.