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Attualità | 17 febbraio 2021, 11:06

Il sogno del dottor Sabahi, Maestro dei tappeti: “La mia collezione rimanga a Torino, apriamo un museo" [VIDEO e FOTO]

Taher Sabahi, mercante e collezionista di tappeti, vorrebbe che la sua collezione dal valore inestimabile di 1.800 pezzi rimanesse a Torino, per farne un museo. Il rischio però, è che un patrimonio culturale unico nel suo genere possa lasciare per sempre la città

venditore di tappeti iraniano

Il Maestro Taher Sabahi, nato in Iran e a Torino da 59 anni

Ha un sogno Taher Sabahi, mercante iraniano arrivato a Torino nel 1961 su un “tappeto volante”, innamoratosi della città che lo ha accolto da ormai 59 anni: restituire quanto ricevuto e vedere nascere all’ombra della Mole il Museo del Tappeto. Un sogno appeso a un filo sottile, perché la sua collezione di circa 1.800 tappeti di inestimabile valore rischia di lasciare per sempre Torino.

La galleria del maestro Sabahi, 80 anni, un’istituzione nel mondo del tappeto, si trova in pieno centro, in corso Vittorio Emanuele 40. Al suo interno migliaia e migliaia di tappeti, provenienti da ogni angolo del mondo: Kirghizistan, Persia, Caucaso, Stati Uniti. Ovunque. Dietro ogni pezzo, una storia: “In sessant’anni nel mondo dei tappeti ho raccolto migliaia di esemplari: tappeti, kilim, selle da cavallo, sacche per il sale, abiti e copricapo indossati dai bambini nomadi e stanziali in Caucaso e in Asia Centrale" spiega il gallerista.

Un patrimonio raccolto in una vita, tappeto per tappeto

Dopo una vita passata a contrattare, comprare, curare e collezionare, Sabahi vorrebbe che questo tesoro composto da 1.800 tappeti e 2.000 libri tematici rimanesse in qualche modo legato alla città che l'ha conquistato, quella Torino dagli inverni rigidi ma soleggiata. A 80 anni, le possibilità sono sostanzialmente due: "Trasferire la collezione a Teheran, dove sono nato e dove ho vissuto fino a 21 anni, e dove le autorità della capitale iraniana mi offrono uno spazio museale apposito, oppure lasciare la collezione in Piemonte, dove vivo con i miei figli e mio nipote".

La preoccupazione per il futuro

"Sono molto legato alla città di Torino città in cui mi sono laureato, mia moglie è piemontese e i miei figli sono nati qui e, sinceramente, preferirei che – anziché partire per l’Iran - la mia collezione di tappeti e tessili trovasse spazio in questa città straordinaria che mi ha permesso di crescere professionalmente" spiega il maestro. 

In passato il maestro ebbe modo di esporre la sua idea alla sindaca Chiara Appendino: "Ne ho già parlato con lei, prima della pandemia. Il mandato del sindaco sta per scadere, Chiara non si ricandiderà, ma sono certo che le istituzioni locali saranno in grado di cogliere questa splendida opportunità perché il tappeto è arte, la cultura è bellezza". 

Il legame con Torino e il mondo culturale

Negli scorsi anni Sabahi ha collaborato assiduamente con il MAO Museo d’Arte Orientale, sia con l’attuale direttore Marco Guglielminotti sia con il suo predecessore Marco Biscione: "Con Generoso Urciuoli avevamo allestito, in un mio spazio in corso Vittorio Emanuele 38, la  mostra sui tappeti raffiguranti i leoni. Al momento mia figlia Farian sta cercando con la Fondazione Musei di Torino di trovare uno spazio in città in grado di ospitare la collezione senza incorrere in costi".

Nonostante un contesto globale difficile, i progetti non mancano. Anzi: "Stiamo progettando una serie di mostre temporanee per offrire alla città e ai suoi visitatori tre diversi percorsi culturali. Uno di questi si aprirà all’Uzbekistan, un paese in forte crescita economica, perché è da questa ex repubblica sovietica dell’Asia Centrale che proviene una parte della mia collezione" rivela il gallerista.

Affascinato sin da bambino dall'Italia e dai capolavori cinematografici dell'epoca, il legame di Sabahi con Torino, d'altra parte, è forte. Il capoluogo piemontese è la città in cui il maestro dei tappeti, nonostante i suoi viaggi per il mondo, ha insediato le sue radici. Il gallerista, circondato dai pezzi pregiati del suo ufficio, rivela le sue emozioni durante una visita privata avvenuta con il collega Alberto De Reviziis: "Una bellissima poesia di un famoso poeta iraniano dice che 'la vita non è altro che un passaggio' e io in questa vita sono una persona arrivata a Torino su un tappeto volante". Ed è da qui che è nata la passione per i tappeti: "Il tappeto ha un odore, uno charme, una sua bellezza. E' un enigma" racconta Sabahi.

Il sogno del Museo

"Aprire il museo del tappeto a Torino vorrà dire collaborare con la Fondazione Musei e con il MAO Museo d’Arte Orientale per attrarre un pubblico internazionale. Ma vorrà anche dire coinvolgere i ricercatori e gli studenti di Antropologia, dando loro la possibilità di lavorare in un campo inesplorato" è l'appello del Maestro dei tappeti, che spera ancora che all'ombra della Mole possa nascere un museo in grado di valorizzare l'enorme patrimonio culturale da lui custodito con amore.

Andrea Parisotto

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