Anche Città metropolitana di Torino partecipa al Next Generation Mobility, il salone online dedicato alla mobilità sostenibile da martedì 18 a giovedì 20 maggio.
Sarà l'occasione per illustrare agli addetti ai lavori il nuovo Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums), cui Città metropolitana di Torino sta lavorando. La tre giorni in cui istituzioni e aziende presentano al pubblico servizi e prodotti di mobilità sarà l’occasione per far conoscere il piano che organizza i movimenti nel territorio di persone e merci, garantendo che i bisogni delle generazioni attuali non vadano a compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri.
Alla base del Pums – che è uno strumento di pianificazione strategica previsto per legge dal decreto ministeriale del 4 agosto 2017, la cui redazione e approvazione compete alla Città metropolitana – ci sono le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economica e sociale, e la prospettiva è quella di investimenti per ampliare l’offerta di trasporto pubblico in sicurezza e di mobilità in sharing, e per costruire una rete sempre più fitta di itinerari ciclopedonali.
Focus principale del piano sono le persone, a cui garantire accessibilità e qualità della vita attraverso uno sviluppo equilibrato di tutte le modalità di trasporto rilevanti, con preferenza per i modi più puliti e sostenibili attraverso scelte condivise.
Per il consigliere metropolitano con delega ai trasporti Dimitri De Vita, “la sostenibilità rischia di essere messa in discussione dagli effetti di un’emergenza sanitaria che sta fortemente condizionando anche le nostre modalità di trasporto, con il rischio di un passo indietro verso forme di mobilità motorizzata privata giustificata e giustificabile solo dal timore per la prossimità cui inducono i mezzi di trasporto pubblico. È una scelta regressiva, rispetto alla quale le nostre Amministrazioni, locali così come nazionali, stanno mettendo in campo politiche e iniziative di tutela”.
Il Pums prevede anche una serie di azioni: aumentare i chilometri ciclopedonali e gli interventi collegati, come zone 30, marciapiedi, bicistazioni ai capolinea della metropolitana; migliorare il trasporto pubblico collettivo, puntando anche sull’interscambio gomma-ferro, sui bus di adduzione al Servizio ferroviario metropolitano e sul trasporto a chiamata; migliorare la sicurezza stradale riducendo gli impatti ambientali connessi al traffico; infine, favorire l’innovazione tecnologica verso le grandi sfide future della mobilità elettrica e a guida autonoma.