Sale di livello la protesta dell'Assemblea “Riapriamo il Maria Adelaide". Il gruppo, infatti, ha annunciato di aver presentato un esposto alla Commissione Europea sul destino dell'ex ospedale di lungo Dora Firenze 87 a Torino.
“Criteri del Pnrr non rispettati”
La motivazione principale legata all'esposto riguarda l'utilizzo delle risorse del Pnrr: “I criteri con cui sono stati utilizzati i milioni di euro che ci sono stati assegnati per la sanità territoriale - spiega Mariangela Rosolen – non sono stati rispettati, vogliamo che gli amministratori locali cambino idea e facciano quello che devono”.
Gli attivisti, in particolare, contestano la scelta di accentrare molti servizi in 2 sole strutture: “Il Pnrr - incalzano gli attivisti – segue una logica di territorializzazione ma, in una zona di circa 70mila abitanti, vengono concentrate 2 Case di Comunità, 2 Ospedali di Comunità e 3 Centrali Operative all'ex Astanteria Martini e altre 2 Case di Comunità nella sede di lungo Dora Savona lasciando sguarnita una fetta di Circoscrizione”.
L'attacco alle istituzioni: “Promesse non mantenute”
L'Assemblea attacca poi frontalmente le istituzioni locali sul loro operato: “La Regione - proseguono – ha concesso solo 1000 metri quadrati di poliambulatorio sugli oltre 13mila del Maria Adelaide continuando a insistere sullo studentato quando anche le Università si sono chiamate fuori, mentre l'assessore Rosatelli nonostante le promesse della campagna elettorale non ha fatto nulla di concreto a parte un ordine del giorno non vincolante”.
La lotta per un Maria Adelaide pubblico
L'obiettivo finale è quello di far mantenere al Maria Adelaide una destinazione pubblica: “Chiediamo al Comune – concludono – di modificare il piano regolatore entro la scadenza del Pnrr del 31 maggio rendendo la destinazione dell'ex ospedale non solo sanitaria ma anche pubblica, mentre alla Regione chiediamo di abbandonare la logica delle centralizzazioni; faremo, infine, una raccolta firme per rimuovere il direttore generale dell'ASL Picco dai propri incarichi perché non è in grado di ricoprirli. Temiamo che dietro tutto questo si nasconda, ancora una volta, l'intenzione di vendere ai privati”.