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Attualità | 07 settembre 2022, 11:52

Dopo l'occupazione anarchica, il Comune dà in concessione l'ex Asilo di via Alessandria

Entro fine 2022 il bando: la Lega chiedeva di farne il Museo della Shoah o un centro studi dedicato a Primo Levi

ex Asilo di via Alessandria

Dopo l'occupazione anarchica, il Comune dà in concessione l'ex Asilo di via Alessandria

Dopo l'occupazione degli anarchici, il Comune di Torino è al lavoro per ridare una nuova vita all'ex Asilo di via Alessandria. Nei prossimi mesi Palazzo Civico pubblicherà un bando per trovare un concessionario che voglia riqualificare e fare rinascere una struttura che fino al febbraio 2019 ospitava gli antagonisti. 

Entro fine anno gara 

Ad annunciarlo la vice sindaca Michela Favaro, durante una commissione dedicata alla ricognizione sullo stato  patrimonio comunale culturale. "Vogliamo accelerare un po' - ha spiegato - sul recupero di questo edificio. Entro fine anno faremo una gara per individuare un concessionario". Al bando potranno partecipare associazioni senza scopo lucro ed enti di promozione sociale e culturale. Chi si aggiudicherà l'ex Asilo, che ora versa in condizioni di profondo degrado, dovrà fare i conti con i vincoli imposti dalla Soprintendenza per la conservazione della facciata. 

Casa delle Tecnologie Emergenti 

Ci aveva già provato l'amministrazione Appendino, che aveva annunciata come nel cuore di Aurora sarebbe nata la Casa delle tecnologie emergenti voluta dall'ex ministra all'Innovazione Paola Pisano. Il centro di ricerca è poi sorto negli spazi del Csi in corso Unione Sovietica e l'ex Asilo è rimasto sinora abbandonato, o quasi.

Lo scorso Consiglio Comunale aveva approvato una mozione della Lega, a firma dell'allora capogruppo Fabrizio Ricca, che proponeva di fare in via Alessandria 12 il Museo della Shoah o la creazione del Centro studi internazionale dedicato a Primo Levi. Un'ipotesi che questa amministrazione tiene ancora in considerazione. 

Controllo sugli immobili 

Entro i prossimi 4-5 mesi Palazzo Civico avvierà una ricognizione sullo stato degli immobili di proprietà del Comune direttamente gestiti e di quelli dati in concessione. "Vogliamo controllare - ha spiegato Favaro - anche le attività svolte all'interno. Se do un'immobile comunale ad un ente o Onlus, non verificando poi che quest'ultima faccia quanto previsto dal bando, posso creare un danno al territorio e ad altre realtà che magari erano interessate a quella struttura".

Cinzia Gatti

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