Un SOS urlato a squarciagola, che si espande con un eco. Valle per valle. Sono circa 100 i medici di base e pediatri che mancano nelle aree montane del Piemonte.
A rivelarlo, durante il convegno di Motore Sanità, è Roberto Colombero, presiedente Uncem Piemonte. Su 1.197 Comuni, ben 500 risultano essere situati in montagna. Far arrivare la sanità a casa di chi vive in luoghi “periferici” non è semplice, nonostante ci siano risorse e strutture.
Il rischio di trovarsi come case nel deserto
Sì, perché il Pnrr è corso in aiuto, portando case di comunità e ospedali di comunità, che verranno completati nel prossimo triennio. Ma le strutture rischiano di rimanere case nel deserto, senza personale al loro interno. “Abbiamo difficoltà. Quello che denunciamo è la mancanza di medici di base e pediatri. Ne mancano 100. Va rivista la sanità di pronto intervento: il 118 24 ore su 24 deve essere implementato, le piazzole per eliporti vanno messe in ogni vallone. Altre figure come quello dell’infermiere di famiglia di comunità, un esperimento che provato in alcune valli del Piemonte ha palesato la grande bontà del servizio, deve diventare strutturale” ha affermato Colombero.
Cirio: "Aggiungiamo posti letto invece di tagliare"
Ostenta ottimismo per il futuro Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: “Le risorse del Pnrr sono fondamentali, per la prima volta invece che tagliare posti letto ne aggiungiamo. E poi i soldi: ci sono, sono in sicurezza”. Sulla questione personale, il Governatore ha affermato: “Se abbiamo tante scatole nuove, ma senza persone dentro, facciamo fatica. Sono reduce da 3 ore e mezza di osservatorio sanità, abbiamo messo sul tavolo 50 milioni di euro aggiuntivi per riuscire a dare risorse fresche alle aziende per l’incremento del personale”.
“Stiamo reinternalizzando servizi che avevamo dato all’esterno: 9 milioni li abbiamo già reinternalizzati, ne sono previsti altri 12 nel 2024 e 6 nel 2025” ha aggiunto.
"Rivedere il test di accesso a medicina"
Di certo, per Cirio, un cambio di marcia per quanto riguarda la questione personale non può prescindere dalla revisione del test di accesso alla facoltà di medicina, considerato oggi anacronistico: “Abbiamo riaperto tante scuole per gli infermieri che in Piemonte erano state chiuse. E poi stiamo facendo una battaglia a livello nazionale per cambiare il test di medicina. Va rivisto”.
Parole e concetti riprese anche da Alessandro Stecco, presidente commissione Sanità Consiglio regionale: “La Regione sta attuando molto bene il percorso del Pnrr che porta i presidi di sanità ai pazienti, con le case di comunità e gli ospedali di comunità. E poi sta attuando un percorso per avere una telemedicina che renda accessibili i servizi anche a chi non abita in città”.
Il progetto Case di comunità
Case di comunità una soluzione dunque? Non del tutto, ma certamente parte della soluzione. “Sono un’opportunità, a patto che non diventino un altro elemento di disuguaglianza territoriale. Se sono strumenti per portare a valle gli unici medici che abbiamo, non va bene. Se invece all’intento delle valli avvicinano i servizi ai cittadini ben vengano” ha sentenziato Colombero, la voce dei comuni montani che chiedono servizi sanitari all’altezza.