“La preghiera islamica del venerdì organizzata a Palazzo Nuovo è stata un'iniziativa degli studenti musulmani, in accordo con le rappresentanze studentesche che stanno occupando l'università per protestare contro i legami accademici con le istituzioni israeliane, considerate complici dei massacri in corso a Gaza. Questo evento non è stato un atto di provocazione, anzi un momento di spiritualità e riflessione etica”. Così il predicatore Brahim Baya risponde a Monsignor Derio Olivero, che su Famiglia Cristiana interviene sulla preghiera islamica organizzata all’Università di Torino venerdì scorso.
Le critiche
Un evento finito già nel mirino delle critiche del Ministro delle Pari Opportunità Eugenia Roccella e del senatore Matteo Renzi, dove gli uomini sono separate dalle donne con una rete: quest’ultime sono messe in disparte, mentre i ragazzi sono davanti a Baya.
"Mio messaggio pace non può essere travisato"
L’Imam nel suo intervento ha "sottolineato la sacralità della terra di Palestina" e "condannato la violenza, specificando che "cambiare un’ingiustizia con le mani" significa impegnarsi politicamente e non attraverso la violenza fisica”. “Questo è un messaggio di pace e giustizia -precisa - che non può essere travisato”.
"Sofferenze palestinesi imparagonabili al 7 ottobre"
“Non ho preso una posizione specifica sul 7 ottobre durante il mio discorso – continua Baya- perché il focus era la condizione dei palestinesi che stanno subendo un genocidio da 8 mesi, 40 mila esseri umani (di cui 16 mila bambini) sono stati martirizzati. Non è corretto dire che ho ignorato le vittime del 7 ottobre”. “Tuttavia, - aggiunge - è essenziale riconoscere che la dimensione delle sofferenze dei palestinesi sono imparagonabili a quelli del 7 ottobre, questo per avere una visione equilibrata e umana”.
“Ribadisco ancora una volta il mio impegno per la pace, la giustizia e il dialogo. Le religioni devono essere un ponte di unione, non un mezzo di divisione.” conclude il predicatore.