Il Salone dell’Auto di Torino aveva incontrato finora poche resistenze, ma dopo l'incidente di questa mattina con protagonista una Lancia 037, nell'ultimo giorno della fiera in cui si celebrano i veicoli a motore, gli attivisti per il clima hanno scelto di sottolineare l’apparente poca coerenza da parte della giunta comunale.
Non appena gli stand che ospitavano le auto di lusso saranno smontati, Torino inaugurerà la Settimana europea della Mobilità, in cui si celebrerà tutt’altro, ovvero le alternative all’auto, come le bici, sottolineano gli attivisti.
“Un partito che si definisce progressista, come il PD, dovrebbe avere il coraggio di dire ai suoi cittadini che le auto non sono più qualcosa da celebrare come il futuro, ma una parte delle cause della crisi climatica, che proprio quel futuro ci sta sottraendo” afferma Simona di Fridays.
Ma non solo, le contraddizioni sono numerose e gli attivisti hanno deciso di ricordare i morti per lo smog. Torino è la seconda città più inquinata d’Italia, dove l’inquinamento atmosferico uccide 900 persone l’anno, mentre in Italia le vittime sono 50.000.
C’è poi da capire se Torino possa ancora essere definita città dell’auto: mentre a Mirafiori le linee produttive restano ferme per un altro mese, i lavoratori restano a casa in cassa integrazione. Stellantis continua a ricevere finanziamenti statali ma la delocalizzazione del settore automotive è sempre più selvaggia, come anche denunciato dai lavoratori durante la festa della Fiom, sindacato metalmeccanici, a cui Fridays For Future ha partecipato.
Le soluzioni a tutto questo ci sono, in particolare sul fronte dei trasporti gli attivisti propongono maggiori investimenti nel trasporto pubblico e sulla micromobilità (bici, monopattini ecc.), per disincentivare l’uso dell’auto dando un’alternativa efficiente ai cittadini. Ma la giunta non dà risposte nemmeno rispetto alla città 30, che aiuterebbe a ridurre gli incidenti, per il 94% causati dalle auto.
La manifestazione non era preavvisata, perché la Questura aveva negato le piazze vicine allo svolgimento della fiera per “silenziare le voci contrarie” secondo gli attivisti. Infatti, in alcune piazze richieste non si sono svolti eventi collegati al Salone, ma il Questore ha preferito tenere comunque lontani i manifestanti.
“Con una crisi climatica sempre più grave, e una necessità di trasformare le città, rendendole più sostenibili e più vivibili per tutti, è giunto il momento che Lo Russo smetta di fare comunella con partiti che negano ancora il riscaldamento globale, e che reprimono sistematicamente il dissenso. Servono misure dalla parte dei cittadini, una politica industriale seria ed è urgente mettersi di traverso alle misure arbitrarie e illiberali delle Questure” affermano gli attivisti.