Un nuovo atto vandalico ha colpito la lapide di Rosario Berardi, sottufficiale di polizia assassinato dalle Brigate Rosse il 10 maggio 1978. Sotto il monumento commemorativo, situato nei pressi di corso Belgio, è comparsa la scritta “Gaza” tracciata con uno spray. A differenza di un episodio simile avvenuto nel gennaio 2024, la lapide non è stata imbrattata direttamente.
A denunciare quanto accaduto è Giovanni Berardi, figlio del sottufficiale e presidente dell’Associazione Europea Vittime del Terrorismo. Con parole dure, Berardi esprime il proprio sdegno: "Hanno colpito ancora, coperti dal buio come sciacalli. Mai rinuncerò al mio dovere di continuare a tenere viva la memoria e l'onore di chi mi ha dato la vita, di chi ha dato la vita per gli altri, per tutti".
Berardi sottolinea la propria determinazione a preservare il ricordo del padre e a reagire con fermezza a ogni tentativo di oltraggio. "Possono imbrattare mille altre volte ancora questo muro con la vernice o con qualsiasi altra sostanza, concreta o virtuale, ma io sarò sempre lì a rimettere tutto a posto. E non voglio neanche conoscere chi sono quegli squallidi esseri che osano di continuo oltraggiare quel muro: non hanno anima, non hanno nulla da dire". Dopo lo sfogo di Giovanni, molti esponenti della Circoscrizione 7 hanno espresso il proprio rammarico per l'accaduto.