Dopo settimane di preoccupazioni per il destino dell’impianto sportivo di corso Sicilia, la Cbs Calcio - storica realtà dilettantistica torinese - ha incontrato il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano per fare il punto sulla situazione. La società ha ricevuto rassicurazioni sul regolare svolgimento della stagione 2025/2026, ma lo scenario resta aperto, con un progetto alternativo in discussione a Palazzo Civico.
Rassicurazioni
"Vogliamo ringraziare il presidente e il suo staff per la sensibilità dimostrata nei confronti della nostra associazione - si legge nella nota diffusa dal Consiglio Direttivo -, Abbiamo ricevuto rassicurazioni per la stagione già avviata e comprensione per l’impatto sociale che il nostro sodalizio ha sul territorio".
La Cbs, presente in corso Sicilia da quasi 40 anni, è una delle realtà più strutturate del panorama dilettantistico torinese: conta oltre 500 tesserati, 22 squadre e una collaborazione ufficiale con la Juventus in qualità di Academy riconosciuta. Proprio per questo, il futuro incerto dell’impianto rappresenta un punto critico non solo per il club, ma per tutto ciò che ruota attorno al campo.
Il nodo della concessione
Alla base delle preoccupazioni c’è un progetto alternativo, presentato da un’altra associazione, che prevede la soppressione del campo a 11 per realizzare nuovi spazi destinati a tennis, padel, pickleball, badminton e basket. Un piano che, se approvato, escluderebbe il calcio federale dalla struttura, mettendo in discussione la proposta di riqualificazione da 1,3 milioni di euro già pronta e autofinanziata dalla Cbs.
Il piano prevede un rinnovo completo del campo a 11 e del campo a 9, il rifacimento delle tribune e una concessione di 25 anni con canone annuo di 18mila euro. Ma la mancata deliberazione della convenzione blocca ogni possibilità di partire coi lavori, nonostante le risorse già disponibili.
"L’eccessivo e sorprendente allungamento dei tempi burocratici non ci ha permesso finora di intervenire sul rifacimento dei campi sintetici", ha spiegato la società, evidenziando come senza un documento ufficiale non si possano stipulare contratti o programmare interventi.