Al centro di incontro Brusa la notte non porta più riposo. Porta scassinata con un palanchino, ladri entrati dal giardino passando da una rete divelta, e poi la scoperta amara: una bicicletta scomparsa, gli attrezzi del barbecue svaniti e quasi tutte le bocce rubate. Ne restano appena quattro o cinque, come un bottino lasciato a metà, forse per dispetto.
“È una vergogna”, sbotta il signor Santino, storico frequentatore del centro. Con gli occhi lucidi indica la stanza svuotata, dove il presidente Rino prende nota dell’ennesima perdita.
I segni dell’abbandono
Ma il furto è solo la punta dell’iceberg. Il centro Brusa da tempo mostra i segni dell’abbandono: una pianta che cresce addirittura nella grondaia, rami pericolanti che il vento ha già fatto cadere a pochi metri da chi giocava a carte. Una situazione che mescola degrado e pericolo, lasciando gli anziani in una costante sensazione di precarietà.
Protesta la 5
A raccogliere la voce del quartiere è il vicepresidente della Circoscrizione 5, Antonio Cuzzilla: “Non basta indignarsi dopo i furti. Serve un servizio di vigilanza che passi almeno tre volte tra sera e mattino. Ma soprattutto bisogna riempire questi spazi: più attività, più associazioni, più vita. Così i centri tornano a essere dei cittadini, non dei ladri”.
La richiesta è chiara: riportare sicurezza, cura e partecipazione. Perché il Brusa non è solo un edificio, è un punto di incontro, una piccola piazza di quartiere. E lasciarlo al degrado significa privare gli anziani di una seconda casa.