Le Commissioni seconda e quinta del Consiglio regionale, presiedute rispettivamente da Mauro Fava e Sergio Bartoli, hanno convocato in seduta congiunta il Comitato No TangEst/No Gronda per un’audizione dedicata alle ipotesi di tracciato della cosiddetta tangenziale est di Torino.
Il progetto, che tornerebbe a collegare le tre principali autostrade torinesi - la Torino-Piacenza, la Torino-Milano e la Torino-Aosta - a chiusura dell’anello tangenziale, è da decenni al centro di promesse politiche trasversali. Ma secondo il Comitato non risolverebbe i problemi di traffico locale (in particolare nell’area chierese e gassinese) e comporterebbe invece un costo ambientale che viene definito enorme.
Due le varianti allo studio - come ha illustrato Piergiorgio Tenani - una versione autostradale, con tratto ex novo da Santena a San Raffaele Cimena e opere invasive come viadotti e gallerie; oppure la Gronda, che amplierebbe parte della viabilità esistente, aprendo però al transito pesante e a nuove pressioni urbanistiche.
Le stime parlano di circa un miliardo di euro solo per la Gronda, molto di più per la soluzione autostradale. Ma per i contrari il danno reale sarebbe incalcolabile: compromissione della collina torinese, rischi idrogeologici, inquinamento e consumo di suolo.
Il Comitato ha ribadito la propria posizione: l’opera non è né urgente né indispensabile. Chiede al contrario chiarezza sul futuro del progetto e risposte precise alle comunità locali.
Per delucidazioni sono intervenuti Nadia Conticelli (Pd), Alberto Unia (M5s), Alice Ravinale (Avs), Alberto Avetta (Pd) e Monica Canalis (Pd).