L'export verso i Paesi islamici vale per il Piemonte 2,6 miliardi di euro, con un incremento del 16,2% tra il 2014 e il 2015. Sono questi i dati emersi durante la presentazione del Turin Islamic Forum 2017, che si svolgerà lunedì 6 e martedì 7 marzo nel capoluogo piemontese al Centro congressi Torino Incontra. Due giorni di attività, dieci sessioni con approfondimenti e dibattiti, cinquanta relatori tra amministratori pubblici, ricercatori e docenti universitari, imprenditori ed esperti di finanza.
"L'obiettivo dell'evento - ha spiegato Paolo Pietro Biancone, responsabile dell'Osservatorio sulla Finanza Islamica dell'Unito - è attrarre investimenti dei Paesi Musulmani e nello stesso tempo verificare la possibilità di finanziamento inclusiva per la popolazione residente in Italia". "La loro religione", ha spiegato il docente"vieta ad esempio la speculazione e l'applicazione del tasso di interesse".
"Il TIF", sottolinea Chiara Appendino, "ci dà la possibilità di mostrare quanto è offerto dai settori aerospazio, biomedicale, automotive e delle energie rinnovabili. È una grande opportunità di crescita e sviluppo economico per Torino". "Si discuterà", ha proseguito il primo cittadino, "di finanza islamica e di inclusione: una scelta importante perché noi guardiamo con attenzione ai 50mila cittadini venuti da quella parte del mondo, che hanno scelto di lavorare e vivere con la propria famiglia a Torino".
"Nei primi nove mesi del 2016", ha commentato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio, "l'ammontare dell'export ha raggiunto i 2 miliardi di euro".
Tra i Paesi della Finanza islamica il principale partner commerciale del Piemonte è la Turchia, dove nei primi nove mesi del 2016 sono state vendute il 68% delle merci destinate ai Paesi di quest'area, con un incremento del +18% rispetto allo stesso periodo del 2015. Molto più distanziati seguono gli Emirati Arabi (10,2%) e l'Arabia Saudita (8,2%). Sono i mezzi di trasporto (il 33% totale delle vendite), la meccanica in generale (23%) e I prodotti alimentari e bevande (il 7,2%) le prime tre voci dell'export piemontesi verso gli Stati islamici.
"Con le due giornate della terza edizione Tief ci proponiamo di compiere un altro passo avanti verso una maggiore apertura alla finanza islamica della nostra economia e società", ha concluso Alberto Brugnoni, Direttore generale di Assai.