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S. Rita / Mirafiori | 31 dicembre 2017, 13:13

Calici alzati per il 2018, ma senza vino: a Mirafiori inizia un nuovo anno verso il recupero degli alcolisti

Rinnovata la concessione di locali al Club alcologico territoriale e al gruppo di alcolisti anonimi “L'amicizia”. “Nessuno deve rimanere solo”

Calici alzati per il 2018, ma senza vino: a Mirafiori inizia un nuovo anno verso il recupero degli alcolisti

I momenti di festa, vissuti con spensieratezza tra un brindisi e l'altro, possono rivelarsi drammatici per chi quel bicchiere di vino ha promesso di non toccarlo più. E proprio in questo periodo, che chiude l'anno per andare verso il 2018, la Circoscrizione 2 ha scelto di rinnovare il suo sostegno alle realtà territoriali impegnate nel recupero degli alcolisti.

Acat, l'Associazione dei Club alcologici territoriali, e il gruppo alcolisiti anonimi “L'amicizia” operano rispettivamente nelle sedi di Mirafiori Sud e Nord. Entrambi hanno una lunga tradizione alle spalle e rappresentano dei punti di riferimento fondamentali non solo per i singoli individui alcol-dipendenti, ma anche per le loro famiglie, che quotidianamente convivono con questo problema.

Ogni Club - guidato da servitori-insegnanti con il ruolo di spronare positivamente i partecipanti al cambiamento - accoglie tutti i nuclei familiari che si ritrovano ad affrontare una situazione di disagio, dai coniugi ai figli, e necessitano di una consulenza. Ma apre anche le porte a chi sceglie di presentarsi individualmente, o ne è costretto, per mancanza di legami. Ed è qui che il gruppo si fa solidale, generoso, inclusivo: nessun membro dovrà mai sentirsi solo, al suo interno.

Uno dei punti cardine di Acat, infatti, è da sempre quello di cambiare il modo di approcciare la questione alcolismo: a partire dall'eliminazione di qualsiasi connotazione moralista, di ogni tipo di pregiudizio mistificante. Per questo è sbagliato definire certe persone “alcolizzate”, quando si tratta in realtà di affrontare un disturbo che ha cause esterne, collaterali, da comprendere e analizzare in modo oggettivo. Solo se si colgono appieno le motivazioni, è possibile indirizzare correttamente le persone verso un percorso riabilitativo. E per favorire ancora di più la piena partecipazione della comunità , tra gli obiettivi del Club di via Morandi, per il 2018, figura anche il coinvolgimento delle scuole primarie, tramite formule didattiche e di intrattenimento adatte ai bambini, con un messaggio da trasmettere proprio a coloro che soffrono più degli altri, quando si tratta di problemi familiari alcol-correlati. Ma non solo. “Per diffondere maggiormente la conoscenza di queste realtà”, ha spiegato il coordinatore della commissione alla politiche sociali Vincenzo Camarda, “mi piacerebbe che per il 2018 il calendario di attività delle associazioni che si occupano di alcolismo si integrasse con quello degli eventi culturali nella Circoscrizione 2”.

Parallela, ma di altro tenore, è l'attività degli alcolisti anonimi, neti negli Stati Uniti nel 1935 e presenti in Italia dal 1972. Il gruppo “L'amicizia”, con sede in via Paolo Gaidano 77, accoglie chiunque si dimostri fortemente motivato a smettere di bere. E spesso chi bussa a quella porta non ha la piena percezione del proprio disturbo, ritenendosi semplicemente un “forte bevitore”, ma è proprio tramite il confronto con chi sta vivendo esperienze analoghe che scatta un processo di identificazione terapeutico e salvifico. L'anonimato tipico del gruppo è uno dei pilastri imprescindibili del programma di recupero: garantisce la massima riservatezza e consente di porre tutti i membri sullo stesso piano, indipendentemente dalla posizione sociale, dal reddito o dal livello di istruzione. Una volta stabilita questa forma di “protezione”, si può procedere con il metodo di riabilitazione, basato sui cosiddetti “dodici passi”: dodici tappe che portano alla presa di coscienza della perdita di controllo sul proprio bere e dell'impossibilità di riuscire a uscirne contando solo sulle proprie forze. “In famiglia ero completamente assente, non partecipavo a ciò che capitava in casa”, spiega Fabrizio, ex acolista e ora a guida del gruppo di Mirafiori Nord. “Bevevo prima di rientrare, poi andavo subito a dormire. Partecipare agli incontri degli alcolisti anonimi mi ha anche permesso di rimediare in qualche modo a tutto il male fatto ai miei familiari”. E il suo compagno di servizio Pierino aggiunge: “Non è facile portare un alcolista all'interno del gruppo. Io, personalmente, non volevo proprio saperne di fare qualcosa di buono per me stesso. Mi dicevo di poter smettere quando volevo, ma di fatto non ci riuscivo. Tutto parte dalla forte volontà, e nel gruppo ci si aiuta a rimenere sobri a vicenda. Perché il desiderio di prendere di nuovo in mano la bottiglia è inconscio, e può scattare da un momento all'altro”.

Anonimi sì, ma non inattivi nel diffondere la propria opera sul territorio. Tutti devono sapere di poter contare sul dialogo e il sostegno reciproco, senza distinzioni. Ma di contributi economici non se ne parla. “Alla circoscrizione non chiediamo soldi”, spiegano, “perché, anche in questo caso, dobbiamo imparare ad amministrarci da soli, in autonomia. Anche questa è una forma di recupero della nostra identità e dignità”.

Manuela Marascio

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