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Eventi | 12 maggio 2018, 09:20

#SalTo18, scrittore, chimico, testimone: tutti a lezione da Primo Levi

Einaudi e il Centro studi Primo Levi hanno presentato al Salone del Libro di Torino tre nuove pubblicazioni. Nel 2019 saranno i cent'anni dalla nascita

#SalTo18, scrittore, chimico, testimone: tutti a lezione da Primo Levi

Al Salone del Libro è sempre tempo di Primo Levi. Sarà che la sua “torinesità” è avulsa da qualsiasi rischio di provincialismo e si proietta direttamente in una dimensione universale, sarà che per gli studenti è un appuntamento imprescindibile, sarà che ancora adesso è in corso la riscoperta delle sue opere al di là delle memorie di Auschwitz. Per questi e tanti altri motivi, ricordarlo è non solo un dovere, ma anche un diritto per chi ha sete di conoscenza come quell’Ulisse da lui stesso ricordato in una pagina memorabile di Se questo è un uomo.

Sono tre le nuove pubblicazioni presentate alla fiera letteraria di Torino da Einaudi e dal Centro internazionale di studi Primo Levi. Il terzo e ultimo volume delle “Opere complete”, l’ “Album Primo Levi” e la nona “Lezione Primo Levi”, dedicata al sacro e al profano, offrono finalmente nuovi strumenti interpretativi per tutti gli studiosi e i lettori in generale, spalancando nuovi orizzonti culturali di cui continua a sentirsi il bisogno.

Un uomo dai molti mestieri”, l’ha definito Marco Belpoliti. Chimico, scrittore, testimone oculare dell’olocausto: tanti volti che, nelle sue opere, si alternano magistralmente per restituire, a chi ne fruisce, un profilo quanto mai ricco di un intellettuale a tutto tondo. “Oggi Levi è riconosciuto come uno dei più importanti scrittori al mondo – spiega Belpoliti – ma fino agli anni Sessanta non era così. I suoi romanzi sono intrisi di letteratura, basti pensare a Se questo è un uomo, ma ancora di più La tregua. Quando uscì dal campo di concentramento disse: non sapevo ancora di essere in grado di commettere questo atto dello scrivere’. Si rende conto di aver ricevuto una sorta di dono, ad Auschwitz, un potere di parola che eserciterà sempre con grande modestia e discrezione”.

Nel 2019 si celebrerà il centenario della sua nascita. Un appuntamento cui il nuovo volume delle sue opere fa da apripista, fornendo più puntuali mezzi filologici e critici allo studio.

Anche l’album, a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa, frutto di un lunghissimo lavoro di ricerca del centro studi, vuole offrire un nuovo e stimolante approccio allo studio dell’autore. Riunisce, in diverse sezioni, oltre 400 immagini, per lo più inedite, che si accompagnano ai testi, fotografando in tutti i suoi lati la personalità multiforme di Primo Levi, e invitando il lettore a lasciarsi guidare dalla propria curiosità.

In mezzo a tanta poliedricità, ecco spuntare anche uno dei temi più dibattuti: il senso del sacro. “Fioca e un po’ profana. La voce del sacro in Primo Levi”: questo il titolo dato alla lezione, a testimonianza di una compresenza bipolare di piani che intersecano. Perché Levi non fu solo un uomo di scienza, ma portò avanti anche riflessioni non materialistiche. Basti pensare al tema del destino dell’uomo rispetto all’esperienza di Auschwitz, con la presa di coscienza della sua estrema fragilità.

A questo si contrappone, positivamente, la storia dell’atomo di carbonio, in uno dei racconti più celebri del Sistema periodico. Un viaggio avventuroso nel corso dei millenni e nell’immenso spazio planetario, che riaccende la speranza rispetto alla caducità umana, e determina la rivincita dell’uomo stesso nei confronti del male.

Manuela Marascio

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