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| 25 luglio 2018, 11:56

E' morto Sergio Marchionne, l'uomo del "salvataggio" di Fiat e Ferrari

Ad inizio mese si era sottoposto ad un'intervento chirurgico alla spalla, da cui non si è più ripreso, vittima - pare - di un devastante tumore partito dalla prostata. Aveva 66 anni

Sergio Marchionne abbraccia  il direttore della Scuderia del Cavallino Rosso Maurizio Arrivabene davanti al box della Ferrario

Sergio Marchionne abbraccia il direttore della Scuderia del Cavallino Rosso Maurizio Arrivabene davanti al box della Ferrario

Si è spento all’età di 66 anni Sergio Marchionne, ex Amministratore Delegato di Fiat Chrysler Automobiles N.V., ex Presidente e Amministratore Delegato di FCA US LLC., ex Presidente di CNH Industrial N.V. exd e Presidente e Amministratore Delegato di Ferrari N.V.

A fine giugno si era sottoposto ad un'intervento chirurgico alla spalla all’Ospedale Universitario di Zurigo, in Svizzera, da cui non si è più ripreso ad onta del "breve periodo di convalescenza" immediatamente pronosticato da un portavoce Fca.

Da più parti, stante la lunga degenza, a proposito di Marchionne si era parlato di un “male invasivo” che si sarebbe manifestato inizialmente nella zona della prostata, per poi diffondersi devastantemente ed irreparabilmente.

Soprattuto ai polmoni, complici le 60 sigarette al giorno che qualcuno giura fumasse il manager.

Il presunto tumore sarebbe stato diagnosticato soltanto poco tempo addietro, lasciando dunque ai medici  un margine risicatissimo  per agire.

Un margine al cui interno, oltre ai nuovi approfondimenti diagnostici” sarebbe emersa tutta l'inaluttabilità di ulteriori e molto più complicati (e probabilmente inutili) interventi chirurgici.

Tra le illazioni, anche quella  - al momento poco credibile - che vorrebbe Marchionne vittima dell'insorgere di insuperabili complicanza dopo l'intervento alla spalla.

Nato a Chieti il 17 giugno 1952 il suo nome era diventato noto a livello internazionale per il rilancio dell’azienda fondata dal senatore Giovanni Agnelli. Dopo aver fatto il suo ingresso nel Consiglio di Amministrazione di Fiat nel maggio del 2003, ne era poi diventato Amministratore Delegato il 1 giugno 2004.

E’ stato lui - circondato inizialmente da una spocchiosa diffidenza che faceva quotidianamente a pugni con la realtà ed i risultati ottenuti sul campo - che ha guidato il gruppo torinese alla conquista del mercato americano tramite l’acquisizione di Chrysler (o la cessione di Fiat a Chrysler?), dando vita al sesto gruppo automobilistico mondiale.

Una scommessa vinta la sua.

A maggio del 2010 era entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione di Exor S.p.A, divenendone poi a maggio 2015 il vice presidente. Dall'ottobre 2014 era presidente di Ferrari N.V. e S.p.A al posto di Luca Cordero di Montezemolo.

Ha seduto inoltre nel  Consiglio di Amministrazione di Philip Morris International Inc., del Peterson Institute for International Economics, dell’International Council di J.P. Morgan.

E’ stato anche Presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti ed era stato insignito della carica di Cavaliere del Lavoro.

La sua ultima apparizione pubblica risaliva al 26 giugno scorso a Roma durante la cerimonia di consegna "in comodato d’uso" all’Arma dei carabinieri  di una Wrangler, Jeep storica attrezzata per essere utilizzata sulla sabbia.

Ai presenti -  in quell'occasione - il manager era apparso molto, molto affaticato nei movimenti e persino nell'eloquio.Forse  addirittura "gonfio".

Dopo questo appuntamento - in cui Marchionne aveva fatto discutere per aver esplicitamente appoggiato la politica dei dazi di Donald Trump sulle auto - non ci sono state più sue notizie.

Solo pochi giorni fa la Fiat aveva ammesso che il proprio AD aveva subito un intervento chirurgico, ma aveva respinto qualsiasi ipotesi sulla sua possibile sostituzione, tanto più che Marchionne avrebbe dovuto lasciare il gruppo nell'aprile del 2019.

Il 21 luglio scorso, invece, l'improvviso balzo decisionale in avanti - letto da molti, e non poteva essere altrimenti, come un drammatico aggravarsi delle sue condizioni di salute, poi confermato - con Louis Carey Camilleri, membro del board Ferrari chiamato alla carica di amministratore delegato della Casa di Maranello e di John Elkann - già alla guida della holding della famiglia Agnelli, la Exor - a quella di presidente. 

Marchionne lascia i due figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler e la compagna Manuela Battezzato, che lavora nella comunicazione di Fca.

 

J.M.

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