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Attualità | 08 novembre 2020, 12:35

Torino, per il restauro della Fontana Luminosa del Valentino occorre trovare “la formula giusta”

Ad affermarlo gli assessori Leon e Unia, durante un'apposita Commissione, in risposta ai promotori di un progetto di riqualificazione dell'opera che ha raccolto centinaia di firme

Torino, per il restauro della Fontana Luminosa del Valentino occorre trovare “la formula giusta”

Il restauro della Fontana Luminosa del Valentino, realizzata da Guido Chiarelli in occasione delle celebrazioni di Italia '61 e abbandonata al proprio destino da decenni, passa per la ricerca della “formula giusta”. Ad affermarlo, durante un'apposita Commissione Consiliare, sono stati l'assessora alla cultura della Città di Torino Francesca Leon e il pari grado all'ambiente Alberto Unia.

Il progetto di recupero dell'opera è stato in grado di raccogliere, nel corso di questi mesi, centinaia di firme attraverso una petizione: “L'idea – ha spiegato Cristian Scaramozzino, uno dei promotori – consiste nella realizzazione di getti e spruzzi d'acqua illuminati, grazie alle moderne tecnologie, da lampade led colorate. La sua posizione favorevole consentirebbe anche di realizzare iniziative in cui il pubblico possa apprezzare questa meraviglia luminosa e idraulica simile a fuochi d'artificio”.

Gli interventi verrebbero realizzati grazie a forme di finanziamento alternative: “Non intendiamo – ha proseguito Scaramozzino – utilizzare risorse economiche pubbliche ma chiedere solamente le autorizzazioni amministrative e burocratiche per avviare una raccolta fondi con la partecipazione di soggetti privati interessati al bene della città. Un'opera come questa potrebbe aumentare l'attrattiva del parco e diventare un nuovo simbolo di Torino”.

Una “nuova” fontana contribuirebbe in modo decisivo anche alla riqualificazione del Valentino: “Il restauro – ha aggiunto Francesca David – deve far parte di un progetto complessivo: la posizione, all'angolo tra Corso Vittorio e Corso Massimo, è strategica ma degradata. Abbiamo già avviato un confronto con l'associazione Parco Vivo per una sinergia in grado di valorizzarne le potenzialità”.

Nonostante la sostanziale apertura della Giunta Comunale, però, il percorso non sarà semplice: “Il progetto - ha sottolineato Leon – è interessante, ma prendersi cura di un bene come questo richiede procedure non standard: mi riferisco non solo al regolamento per i beni comuni ma anche all'articolo 151 del Codice Appalti (“Sponsorizzazioni e forme speciali di partenariato”, ndr). Gli uffici, a proposito, devono fare tutte le verifiche del caso e cercare le possibili soluzioni”.

Sulla stessa lunghezza d'onda è stato anche Unia: “Da parte nostra – ha dichiarato - non c'è preclusione ma, per attivare un contratto di questo tipo, ci devono essere le giuste condizioni normative”.

Marco Berton

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