La formazione più forte delle difficoltà dovute al Covid. Sembra davvero non conoscere crisi l’Università di Torino, che nonostante i tanti problemi di questi ultimi mesi, per il prossimo anno segna un +6% di immatricolazioni.
A renderlo noto, durante presentazione della ricerca “La didattica a distanza durante l'emergenza Covid-19. Torino e le università italiane a confronto”, il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna. “La Dad solleva tanti problemi, ma ci ha dato anche tante soluzioni nei mesi passati e sempre di più deve diventare un valore aggiunto per la nostra formazione” ha spiegato ai partecipanti in streaming.
Tra loro il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Lo spaccato che emerge è che nonostante un contesto di difficoltà oggettive, il mondo accademico torinese abbia risposto in maniera ferma, adottando un modello orizzontale, dando la possibilità di adottare risposte diverse tra i diversi dipartimenti. “Abbiamo cercato di creare una struttura informale di raccordo tra le singole realtà didattiche e il coordinamento centrale” ha affermato Franca Roncarolo, professoressa dell’Università. Un “modello pluralista Torino”, per dare n nome alle cose.
Per quanto riguarda la didattica a distanza, a Torino il 66% dei professori ritiene di aver accresciuto le proprie competenze. Un dato superiore alla media nazionale. L’85% dei docenti lamenta di non aver avuto tempo a sufficienza per preparare le lezioni. Molti dei professori, inoltre, ha affermato di non aver mai avuto esperienza di Dad (solo il 17% si). La professoressa Roncarolo, inoltre, ha fatto sapere che il “25% aveva esperienza di e-learning e che l’11%, a Torino, ha colto l'opportunità per ripensare la didattica”. Creatività per aprirsi nuovi spazi e scoprire nuovi metodi.
Visto l’entusiasmo generato dalla Dad, il 58% dei professori si auspica che per il futuro si faccia ricorso a una forma mista di insegnamento, alternando lezioni in presenza a quelle a distanza.