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Scuola e formazione | 12 marzo 2021, 16:04

Le 'lezioni spezzatino' mettono in crisi la scuola, la vice preside della media Rosselli: “Siamo stanchi”

La testimonianza di Anna Tuliach: “Tra didattica a distanza, mista e in presenza l'organizzazione è davvero complicata. E dopo un periodo a casa gli alunni impiegano un mese a recuperare”

aula vuota - foto di repertorio

Le 'lezioni spezzatino' mettono in crisi la scuola, la vice preside della media Rosselli: “Siamo stanchi”

Mentre tutto il Piemonte si appresta a passare in zona rossa, la discussione sulla scuola non accenna a placarsi a colpi di lezioni in piazza e botta e risposta tra medici, docenti e studenti.

A lanciare l'ennesimo allarme per una terza ondata di pandemia che rischia di lasciare segni profondi non solo sotto l'aspetto sanitario ma anche sotto l'aspetto educativo è la vice preside (e insegnante di italiano, storia e geografia, ndr) della scuola secondaria inferiore 'Rosselli' di via Ricasoli Anna Tuliach.

Didattica 'spezzatino'

A preoccupare, in particolar modo, è la difficile gestione di una didattica sempre più 'spezzatino': “Utilizziamo - spiega Tuliach – tre modalità: una parte dell'orario si svolge interamente a distanza, una parzialmente in presenza con un gruppo di sei studenti con bisogni educativi speciali a scuola e il resto della classe a distanza e un'altra con i soli BES in presenza. Questa soluzione è stata adottata a novembre con il secondo ciclo di restrizioni, anche se all'epoca potevano richiedere la presenza in classe anche i figli dei lavoratori essenziali e quelli di famiglie con problematiche legate alla connessione internet”.

Per cercare di ovviare alla criticità, non mancano le idee: “Ci sono – prosegue – grandi difficoltà nel seguire un gruppo in presenza, benché piccolo, e in contemporanea dover gestire la didattica a distanza per gli alunni da casa. Per migliorare la situazione, in questa terza fase di pandemia abbiamo cercato di supportare gli insegnanti attraverso il coinvolgimento del personale di potenziamento, i cosiddetti docenti-Covid; fortunatamente, tutte le classi della nostra scuola sono dotate di monitor o LIM, per cui le lezioni possono essere seguite con un buon livello di partecipazione e interazione”.

Un mese per recuperare dalla DAD

Ad emergere, oltre alla frustrazione, è anche la preoccupazione per il futuro degli studenti: “Siamo stanchi – aggiunge ancora Tuliach – di dover rivedere continuamente l'organizzazione scolastica, così come le famiglie sono stanche e stressate da normative pianificate senza comprendere fino in fondo le situazioni vissute quotidianamente. Per chi è a casa in DAD, inoltre, dal momento del ritorno in presenza ci vuole almeno un mese prima di un completo recupero: un vero e proprio disastro per la perdita di attenzione e concentrazione, lo stesso tempo passato a casa sarà tempo da utilizzare per rimettersi in carreggiata”.

Alcuni aspetti positivi

Nonostante tutto, dovendo fare di necessità virtù non mancano gli aspetti positivi: “Con questa organizzazione – conclude – i ragazzi con più difficoltà, essendo in piccoli gruppi, riescono a essere seguiti in modo più individualizzato e con maggiore attenzione e questo permette di recuperare alcune lacune. Dovendo usare gli strumenti per la didattica a distanza, infine, nel giro di un anno i ragazzi hanno aumentato le proprie competenze digitali”.

Marco Berton

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