Le associazioni aderenti alla Rete "Più di 194 voci" hanno invitato una lettera al Presidente della Regione Alberto Cirio, all'Assessore alla Sanità Luigi Icardi e al Ministro della Salute Roberto Speranza per la mancata risposta alla diffida del 26 novembre scorso, relativa alla mancata applicazione da parte del Piemonte delle Linee di indirizzo del Ministero della Salute in ordine alla somministrazione della RU486, la pillola abortiva.
Questo, di seguito, il testo della missiva: "Facendo seguito all’atto di diffida relativa alla mancata applicazione da parte della Regione Piemonte delle Linee di indirizzo del Ministero della Salute in ordine alla somministrazione della RU486, notificata via pec in data 26 novembre, prendiamo atto delle dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità dott. Luigi Icardi, rese nel corso del TG3 regionale del 26 novembre u.s., secondo cui l’interruzione farmacologica della gravidanza nei consultori verrà avviata appena terminata l’emergenza Covid e ripartirà con la formazione del personale addetto".
"A questo proposito vogliamo ribadire che le Linee di indirizzo del Ministero della Salute sono in linea con la legge 194, ed in particolare con gli articoli 15 “…aggiornamento sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza” e 8 “…Nei primi novanta giorni gli interventi di interruzione della gravidanza dovranno altresì poter essere effettuati, dopo la costituzione delle unità socio-sanitarie locali, presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali ed autorizzati dalla regione”.
"Vogliamo inoltre far notare che, proprio in considerazione dell’emergenza COVID, è opportuno evitare il più possibile i ricoveri ospedalieri, e quindi effettuare da subito, tutto ove possibile, le interruzioni farmacologiche di gravidanza nei consultori - prosegue la missiva - Contestualmente dobbiamo decisamente stigmatizzare le dichiarazioni rese a mezzo stampa dall’Assessore Marrone, non destinatario della diffida e non competente sulla materia sanitaria regionale, il quale, in evidente contrasto con le dichiarazioni rese dall’Assessore dott. Icardi e con toni certamente non consoni ad un ruolo istituzionale, ha dichiarato alla stampa che la Regione Piemonte non avrebbe fatto alcun “passo indietro” sulla decisione di non applicare le Linee di Indirizzo del Ministero della Salute e che alcune delle Associazioni diffidanti avrebbero già fatto in passato “un buco nell’acqua”.
"Probabilmente l’Assessore Marrone si riferiva ad altro tema, ovvero all’ingresso delle Associazioni cosiddette “pro vita” all’interno dei consultori. Quanto inopportunamente affermato dall’Assessore Marrone non risponde al vero e, sul punto, si rende necessario ricordare che il Tar Piemonte, con sentenza n. 793/2011, ha statuito che: “Il requisito soggettivo della “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento”, previsto dal protocollo per l’inserimento negli elenchi formati dalle ASL delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni del privato sociale s’appalesa, infatti, irragionevolmente discriminatorio e stabilito in assenza di specifiche esigenze di limitazione o differenziazione previste da altre norme costituzionali o di legge e tale da ledere la libertà di associazione della ricorrente”.
"Premesso tutto quanto sopra, sollecitiamo al Presidente Cirio ed all’Assessore alla Sanità Icardi una risposta scritta all’anzidetta diffida, fornendo rassicurazioni sul rispetto totale delle Linee di indirizzo ministeriali in ordine alla possibilità di interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, anche nei consultori e senza ricovero, nonché sulla prossima attuazione della formazione del personale", conclude la lettera delle associazioni aderenti a "Più di 194 voci" destinata ai vertici della Regione. "In difetto di urgente riscontro scritto, dovremo procedere ulteriormente".