Dopo Bologna e Firenze, anche Torino accoglie il Black History Month, una tradizione nata alla fine del ‘900 negli Stati Uniti e diventata occasione per onorare e celebrare le soggettività dei corpi neri.
Il Black History Month a Torino
Torino è dunque il primo Comune italiano a dichiarare l'antirazzismo come suo patrimonio e bene comune, grazie ai suoi cittadini afrodiscendenti, protagonisti di un racconto che abbraccerà tutta la città. Dal 1° al 26 febbraio, nei quattro weekend presenti, Torino si trasforma in un teatro per accogliere ospiti nazionali e internazionali, coinvolgendoli in panel, laboratori, letture, legate da un filo rosso: immaginare un futuro incluso e aperto alle diversità.
Pentenero: "Costruiamo società multietnica e multireligiosa"
“Questi eventi hanno un valore sempre più importante, poiché offrono l’opportunità di approfondire la conoscenza della storia e delle radici culturali dei cittadini afrodiscendenti" sottolinea Gianna Pentenero, assessore al Coordinamento delle politiche per la multiculturalità e integrazione del Comune di Torino. "Questo - prosegue Pentenero - se consideriamo che stiamo vivendo una fase storica segnata dalla costruzione di una società destinata ad essere multietnica e multireligiosa, in cui le diversità culturali devono arricchire e non dividere la comunità".
Rosatelli: "Immaginiamo un futuro inclusivo e antirazzista"
"Sono felice che Torino ospiti la prima edizione del BHM, che celebra la diversità delle culture afro-discendenti della nostra città. Si tratta di percorsi necessari per immaginare un futuro inclusivo in cui l'antirazzismo è una pratica di cui si fa esperienza collettivamente" è stato invece il commento di Jacopo Rosatelli, assessore Politiche sociali e Pari opportunità.