Anche quest’anno San Giovanni si celebrerà il 24 giugno. Parafrasando il pensiero delle opposizioni, è questa, al momento, una delle poche certezze legate ai festeggiamenti del patrono di Torino.
Il ritorno dei fuochi, ma quanto rumore faranno?
Negli scorsi mesi in realtà era già stato annunciato il ritorno dei fuochi d’artificio, con la tradizione che manderà in pensione i droni portati nel 2018 da Chiara Appendino. Non è chiaro però se i fuochi d’artificio saranno rumorosi o meno, come richiesto negli anni dalle associazioni animaliste: “Non lo so quanti decibel verranno toccati, ma abbiamo dato indicazioni alle ditte di privilegiare l’aspetto visivo rispetto a quello acustico” spiega l’assessore ai Grandi Eventi, Mimmo Carretta. Nessun dato preciso, al momento.
La proposta dei commercianti: "Lasciateci i dehors"
Un altro rebus è quello legato alla sicurezza: “Ci aspettiamo tante persone, è in corso la redazione di un piano di sicurezza: vogliamo che i torinesi possano finalmente godersi una festa in piazza” ribadisce l’assessore. Chi chiede all’amministrazione di osare è l’associazione dei commercianti di piazza Vittorio, che ha proposto di mantenere i dehors in piazza, transennando uno spazio centrale per il pubblico e utilizzando gli stessi dehors come vie di fuga e punti di somministrazione: “Abbiamo scritto ai tre assessori (Rosanna Purchia, Paolo Chiavarino e lo stesso Carretta, ndr) chiedendo che vengano mantenuti i dehors. Visto il successo di Eurovision, con migliaia di persone, si può fare”.
“La nostra proposta - ha affermato il presidente Fulvio Griffa - è semplice: allargare via Po in modo di arrivare a toccare i dehors e lasciare in quello spazio la gente. A lato i dehors, transennati”.
“Non è solo una questione di fatturato, la differenza tra prima e dopo piazza San Carlo è abissale. Con i locali chiusi non si può nemmeno bere un bicchier d’acqua, vogliamo andare oltre questi fantasmi” ha concluso.
Chiarezza è anche ciò che chiedono Ascom ed Epat: “Il Comune deve scegliere: se l’animazione della città vuol dire chiudere i dehors e di conseguenza le attività, allora siamo punto ed a capo, le scelte vanno studiate alla luce del fatto che la sicurezza pubblica è un presupposto imprescindibile, ma non può perseguirsi nel modo più semplice per le autorità addette ovvero chiudendo le aziende del pubblico esercizio - dice Edoardo Colombo, responsabile dei cocktail bar dell’Epat che opera in Piazza Vittorio -. Auspichiamo che la città sia ben attenta alle decisioni da assumere per le festività di San Giovanni”
E aggiunge Alessandro Mautino, presidente Epat: “Siamo sempre disponibili, se viene richiesto, a studiare interventi in collaborazione con Questura e Prefettura per arginare ipotesi di derive pericolose per gli eventi cittadini, quello che non siamo disponibili a sopportare è la determinazione di zone rosse, come quelle recentemente fissate per la Commissione Europea, che chiudano i dehors, che in verità sono presidi di sicurezza se ben gestiti dai titolari delle imprese del pubblico esercizio e di conseguenza impediscano alle aziende di lavorare”.
Opposizioni all'attacco: "Giunta naviga a vista"
Nessuna possibilità invece che allo spettacolo dei fuochi d’artificio possa essere abbinato quello dei droni, come auspicato da Valentina Sganga (M5s): “Su San Giovanni abbiamo indicazioni precise, vedremo in futuro su altri eventi” ha risposto Carretta. Forti le critiche da parte delle opposizioni, che hanno criticato la Giunta di navigare a vista a due settimane dal grande evento, senza conoscere nei dettagli programma, piano di sicurezza e questione rumore. Di certo, anche questo San Giovanni sarà contraddistinto dalle solite polemiche prima della grande festa".
Duro anche il commento di Paola Ambrogio di Fratelli d'Italia: "Ad emergere è solo l’incertezza. Negli scorsi mesi avevo già presentato un’interpellanza per chiedere alla giunta quali fossero le iniziative pianificate per la festa e, soprattutto, se i torinesi avrebbero rivisto i fuochi d’artificio sopra la Mole. In sede di discussione gli assessori si erano detti favorevoli ma, ad oggi, la confusione sembra regnare sovrana e l’Assessore Carretta continua ad evitare di rispondere alle nostre richieste. Mancano poco più di due settimane ai festeggiamenti e non siamo ancora in grado di capire a chi è stata affidata l’organizzazione, chi si occuperà dei nuovi fuochi d’artificio “silenziosi” promessi dalla giunta e dove si svolgerà il tradizionale falò. Insomma, un velo di mistero sulla festa del patrono. Cosa c’è sotto? Top secret, a quanto pare ci tocca aspettare l’ultimo giorno”.