Si chiama Ai Lai ed è l'autrice di una serie di testi teatrali psichedelici ispirati alle storie - vere - di persone che hanno assaggiato i funghi allucinogeni. E' lei l'assoluta protagonista del progetto firmato da Roberto Fassone e realizzato insieme al creative technologist di Sineglossa, Andrea Zaninello. Piccolo particolare: Ai Lai è un software, o meglio un'Intelligenza Artificiale.
Tutto questo lavoro darà vita, da venerdì 17 a domenica 19 giugno, a una serie di appuntamenti, in primis la masterclass sull'intelligenza artificiale che lo stesso Fassone propone per "Cantieri", progetto di alta formazione artistica organizzato da Festival Play with Food, Casa Fools, Earthink Festival e Sineglossa e rivolto a un selezionato gruppo di protagonisti delle arti performative.
Da venerdì, presso gli spazi di Combo, sarà presentato And we though, cuore del progetto artistico di Fassone. Obiettivo: sperimentare l'imprevisto nel machine learning in analogia con le allucinazioni psichedeliche per esplorare i meccanismi della creatività e della coscienza. L’opera sarà presentata al pubblico venerdì 17 giugno: alle 18 si terrà il talk inaugurale "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", volto ad approfondire il rapporto tra arte, intelligenza umana e artificiale. L'ingresso è libero fino a esaurimento posti. Le visite saranno invece possibili dalle ore 19 alle 21. And we thought resterà visitabile nelle fasce orarie 11/13 e 16/21 nelle giornate di sabato 18 e domenica 19, giornata finale di Cantieri.
Fassone, come è nata questa idea?
"Tutto è nato dall'esigenza di esplorare una metodologia creativa che mettesse in dialogo la creatività umana con l’intelligenza artificiale. Il progetto indaga il modo in cui appendono le intelligenze artificiali e le possibili similitudini esistenti con le modalità umane, ambito questo prolifico di scoperte sorprendenti".
Ma come funziona Ai Lai?
"All’Intelligenza artificiale, che si presenta per farvi capire come una pagina di Blocco Note sul pc, sono stati dati in pasto un'enorme quantità di dati e adesso lei, come se li avesse digeriti, è ora in grado di creare, in risposta a input inseriti dall'uomo, storie e racconti inediti che seguono l’impronta di ciò che ha 'ingerito'. In particolare, il progetto intende indagare l’ambito della programmazione nel quale, invece di inserire dati volti all’efficienza del sistema, si inserisce il caos e la casualità".
Ma cosa può fare in concreto Ai Lai?
"Ai Lai è in grado di espandere il suo immaginario narrativo grazie all’interazione con i testi suggeriti dal pubblico, sia durante la residenza che attraverso un’interfaccia digitale con cui sarà possibile interagire dal 17 giugno dal sito www.andwethought.it. L’I.A. è capace di creare opere 'letterarie' sempre nuove, che si basano sul background che ha appreso".
Perché puntare sul tema del psichedelico?
"Mi ha sempre affascinato tutto ciò che è psichedelico, al limite della coscienza, a un mondo fatto di visioni e allucinazioni. Il tema del cibo proposta da Play with Food mi ha aiutato a concentrarmi sulla cosa da ingerire che più si avvicinasse a quel mondo pischedelico che volevo raccontasse: i funghi allucinogeni. Per questo sono partito da lì, dai racconti veri di persone che avessero provato questa esperienza, per poi lasciar lavorare Ai Lai".