La Cappella della Sindone torna a risplendere con la sua raggiera posta sopra l’altare, già restituito al pubblico a marzo 2021.
La sala torna ad aprirsi ai visitatori in tutta la sua bellezza. Sono passati 25 anni dall’incendio del 1997 che danneggio la Cappella e che mise a rischio la stessa Sindone. Con questo ultimo passaggio, reso possibile grazie a una collaborazione tra Musei Reali, Teatro Regio e Fondazione Specchio dei tempi, si conclude un lungo percorso di riqualifica in realtà iniziato già dai primi anni 2000.
La grande raggiera sommitale, compiuta dagli intagliatori Francesco Borello e Cesare Neurone tra il 1692 e il 1694, era parte integrante del progetto dell’altare realizzato da Antonio Bertola a partire dal 1688. Completamente distrutta nell’incendio del 1997, è ora riproposta con una ricomposizione quanto più possibile fedele al progetto originario.
La raggiera è stata ricostruita grazie a un progetto coordinato per i Musei Reali dall’arch. Marina Feroggio, che è partito dallo studio dei documenti d’archivio. L’opera ha un diametro di 3,5 metri per un peso di circa 70 kg, ed è stata ricreata adattando e semplificando la forma del suo disegno originale, utilizzando legno Samba e cartapesta.
Ogni elemento è stato ignifugato, trattato con gesso di Bologna, dorato a missione con foglia a imitazione oro, patinato con mordente color noce e rifinito con vernice trasparente per rallentarne l’ossidazione nel tempo. La Raggiera torna così a dialogare l’altra raggiera detta “del cupolino” e posta sulla sommità della Cupola, già restaurata grazie alla consulta dei Beni culturali.
Il recupero dell'organo e delle scale dalla cattedrale
Ma gli interventi per rendere più fruibile la Cappella non finiscono qui. “Stiamo lavorando per riportare almeno uno dei due organi che furono distrutti e in collaborazione con la Diocesi stiamo cercando di riaprire le scale della cattedrale per dare di nuovo la possibilità ai cittadini di accedere direttamente alla Cappella - spiega la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella -. Non è facile e si tratterebbe di qualche apertura straordinaria magari una volta al mese con l’aiuto di volontari che accompagnano lungo le scale”.
La rampa infatti progetta da Gaurini è molto ripida e buia, volutamente per simboleggiare l’ascesa dal peccato alla salvezza, e non può essere modificata né con balaustre né con grandi sistemi di illuminazione.