Aumentano gli episodi, i processi sono più numerosi ma anche più lenti a Torino. È il resoconto sui reati di violenze di genere e di maltrattamenti in famiglia fatto durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, dal presidente della Corte di Appello, Edoardo Barelli Innocenti.
I dati del Tribunale elencati dal magistrato per il capoluogo piemontese mostrerebbero che i processi delle “fasce deboli” sono passate dal 31,71% del 2019 al 47,92% del 2021 e al 46,94% del 2022, sarebbero quindi quasi raddoppiate nel giro di quattro anni.
A contribuire all’accumulo di casi ci sarebbe proprio un problema procedurale. Le cause infatti devono essere celebrate da tre giudici anziché uno sono. "Perché in caso di reato aggravato il processo deve essere trattato da un collegio di tre giudici quando con questi tre magistrati si potrebbero celebrare tre processi della stessa materia?” si è chiesto lo stesso Barelli.
Mafia: "Non è ancora finita"
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario non si poteva non parlare di mafia. “Lo stato non si piega” ha commentato Andrea del Mastro delle Vedove sottosegretario alla giustizia. “Non è vinta” ha tuttavia aggiunto, il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo. “Dovremmo avere sempre più strumenti per potere svolgere indagini penetranti e incisive” ha aggiunto guardando con timore alla possibilità sulla riduzione delle intercettazioni: “lo strumento essenziale e formidabile delle operazioni di ascolto venga depotenziato".
Preoccupano le "baby gang"
A preoccupare il procuratore generale sono anche i reati commessi dai minori, in particolare dalle "baby gang". “Allarmante l’aumento della criminalità minorile che imporrebbe un potenziamento sulle strutture giudiziarie che al contrario sono lasciate in situazioni di deficit e sono oggetto di scarsa attenzione".
Lo Russo: "Fiducia nella giustizia, funzioni integrate con quelle della città"
Un'occasione importante per fare il punto della situazione nel nostro territorio: dalla prevenzione del crimine, alla gestione dei processi, all'emergenza della situazione carceraria piemontese e torinese che richiede interventi non più differibili”. È il commento del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che questa mattina ha partecipato all’inaugurazione e dell’anno giudiziario. “Tutti elementi essenziali - continua - per una strategia della legalità e della sicurezza che, perché possa essere davvero efficace, deve essere integrata con gli interventi che come Città stiamo mettendo in campo finalizzati a rafforzare la coesione e la ricucitura sociale nel nostro territorio, soprattutto nelle aree più difficili.
Dobbiamo - sottolinea - riporre fiducia nella Giustizia, come bene comune, che è amministrata da persone che lavorano quotidianamente con dedizione e professionalità nel migliore interesse della comunità”.
Il sindaco aggiunge “che solo attraverso una politica realmente integrata che coniuga legalità e sicurezza sociale possiamo rispondere alle emergenze e costruire quella qualità della vita che è necessaria”. Infine Lo Russo conclude augurando a tutti gli operatori della giustizia di “svolgere le loro funzioni pubbliche con serenità, serietà e con i mezzi necessari continuando ad operare nella piena consapevolezza della delicatezza del ruolo e sempre e solo per il bene collettivo della nostra città e del nostro paese”.