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Attualità | 17 febbraio 2023, 13:22

Allarme acqua: è febbraio, ma sul Po sembra agosto. Radicali: "Limitare l'uso nei campi"

Boni: "Fiumi depredati, bisogna ripensare l'agricoltura. Ogni anno si consumano 5 miliardi di metri cubi". Viale: "Torino non rischia, ma serve visione più ampia"

radicali ed emergenza siccità

Allarme acqua: è febbraio, ma sul Po sembra agosto. Radicali: "Limitare l'uso nei campi"

Quello sulle Acque è un dossier che si ripete da 20 anni, ma mai come in questo periodo "siamo di fronte a un problema evidente a tutti. Tanto che le autobotti stanno già portando acqua in alcuni Comuni piemontesi". Così Silvio Viale, consigliere comunale, che questa mattina ha accompagnato Igor Boni nella presentazione dei dati, proprio sulle rive del fiume. Ma accanto al cambiamento climatico, incide molto anche l'uso sbagliato della risorsa idrica. "A cominciare da certa cattiva agricoltura".

Nessuno in Europa consuma come noi

"La nostra proposta è di ridurre questa voce di consumi - dice Igor Boni, presidente dei Radicali italiani - Si stima che in Piemonte l'agricoltura consumi 5 miliardi di metri cubi all'anno". I consumi potabili sono mezzo miliardo di metri cubi, tanto quanto l'uso industriale. "E nessuno in Europa consuma come noi, avendo distese così ampie di riso e mais. Ma di recente i fiumi sono stati letteralmente depredati".

"Le precipitazioni non sono più regolari come un tempo e bisogna prepararsi. E se si può risparmiare nelle case e nei processi industriali, è ancora più importante incidere sull'agricoltura". E il 2022 "è stato un anno incredibile. A Torino sono piovuti circa 300 millimetri, la metà della media di Tunisi. E il Po, oggi, lo dimostra chiaramente. Il 1871 è il secondo anno più siccitoso e il 2023 con gennaio e febbraio ha visto pochissime precipitazioni. Sarà un anno ancora più difficile".

"Gli invasi non possono bastare"

C'è chi parla di invasi, "ma noi non siamo ideologicamente contrari. Ma la somma di tutti gli invasi attualmente operativi siamo a una capienza di 400 milioni di metri cubi, che non rappresenta che una toppa. Peraltro, ora sono pieni per circa 100 milioni di metri cubi. Non c'è altra strada che ridurre i consumi idrici".

Che fare? "Innanzitutto occuparsene, in Regione e non solo - dice Boni - E poi una riforma della politica agricola: non possiamo più sostenere queste distese di mais e riso. Bisogna cambiare il modo di irrigare, per esempio a goccia per il mais, che farebbe risparmiare i 2/3 di acqua. Ma il piano deve essere complessivo, a livello di bacino del Po, altrimenti le singole regioni da sole possono poco e si scatena la guerra tra territori".

Senza dimenticare la campagna di informazione. "Non possiamo illudere i cittadini che l'acqua è infinita. Serve formare le persone, facendo loro conoscere quello che sta accadendo".

Torino non rischia, però..

"Torino non ha avuto problemi lo scorso anno - conclude Viale - ma serve buon senso. E se in città difficilmente rimarremo senza, dobbiamo porci il problema in maniera più ampia".

Massimiliano Sciullo

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