Da Eurovision alle Universiadi, Torino si trova ad analizzare il proprio futuro anche e soprattutto attraverso le gestione dei grandi eventi, vero e proprio fiore all'occhiello delle ultime amministrazioni comunali. A parlarne, questa mattina al Salone Internazionale del Libro, sono stati il musicista e influencer Pietro Morello e l'assessore a sport e grandi eventi della Città Mimmo Carretta.
Parola d'ordine: coinvolgimento
La parola d'ordine deve essere “coinvolgimento”: “Un grande evento - ha dichiarato Carretta – deve essere costruito cercando di coinvolgere, facendo in modo che invada la città e che sia percepito da tutti. Il segreto è quello di coordinare tutti gli attori: artisti, professionisti, ristoratori e albergatori; oltre alla crescita dei numeri, è importante la crescita della consapevolezza e della forze di Torino, che si riflette nel benessere di cittadini in grado di sentirsi parte attiva”.
Secondo Morello, sulle nuove generazioni si potrebbe invece fare di più: “La comunicazione c'è - ha ribattuto Morello – ma a mancare, nel caso dei giovani, è proprio coinvolgimento. Torino ha tanto da offrire ma spesso i ragazzi si sentono solo fruitori passivi. In questo modo è facile che si allontanino dalla città spostandosi su Milano”.
Lo spartiacque Eurovision
Uno spartiacque, da questo punto di vista, è stato Eurovision: “È stata – ha proseguito Carretta - una sfida vinta non solo dal punto di vista artistico e culturale, ma anche da quello psicologico perché è stato visto come un modo di ritrovarsi dopo la pandemia”. “Quell'evento - ha aggiunto Morello – ha portato internazionalità e visibilità che ha permesso alla città di essere valorizzata in punti diversi: l'Eurovillage al Valentino, in particolare, è stato incredibile. Il panorama degli eventi torinesi più in generale ha un grande valore perché viene cucito sulla città stessa, che in questo modo acquista valore”.
Una strada per il futuro
L'occasione per migliorare ancora nel futuro è data proprio dalle Universiadi: “Dobbiamo costruire una storia – ha concluso l'assessore – che ci avvicini a quel momento senza perdere un solo giorno. Dobbiamo fare in modo che tutti i torinesi si sentano coinvolti: ogni volta che si parlerà di sport parleremo di Universiadi, ma lo faremo anche quando parleremo di musica o di cultura trasmettendo valori universali come integrazione e lotta alle intolleranze”.
Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Morello: “Qualsiasi iniziativa – ha risposto – deve contaminarsi con gli altri: la musica, a proposito, potrebbe benissimo entrare come evento collaterale alle Universiadi”.