Prosegue la protesta dei lavoratori di Veneta logistic, azienda che collabora con Mondo Convenienza per le attività di logistica e montaggio dei mobili.
Oltre ai picchetti e presidi ai cancelli dei magazzini di Volpiano e Settimo, oggi pomeriggio una rappresentanza dei manifestanti si è raccolta sotto le finestre della Prefettura per reclamare ancora miglioramenti salariali e contrattuali.
"Lavoriamo 14 ore al giorno: non ne possiamo più"
"E' da una settimana che stiamo scioperando perché da anni lavoriamo in condizioni terribili: non ci sono orari di lavoro, anche 12-14 ore al giorno, senza riposi a parte la domenica - spiega Sia, delegato dei lavoratori che protestano - I ragazzi che oggi scioperano lo fanno perchè sono stufi del comportamento che siamo costretti a subire. Come stipendio base abbiamo 1180 euro al mese, lavorando tantissimo. Abbiamo scoperto che abbiamo il contratto dei multiservizi, noi chiediamo solo che sia il contratto nazionale della logistica che ha la base di stipendio di 1600 euro".
"Più salario, ma anche salute e sicurezza"
"C'è bisogno di un cambiamento in questo magazzino e dentro la filiera di Mondo Convenienza - aggiunge Daniele Mallamaci, di Si Cobas - tutti conoscono questo colosso dell'arredamento, ma dietro una grande ricchezza c'è un grande sfruttamento come nel caso delle centinaia di lavoratori dello stabilimento di Settimo che subiscono condizioni di lavoro e di vita inaccettabili. Soprattutto da quando si sono organizzati con un sindacato. L'applicazione del contratto multiservizi non è legale: il contratto nazionale logistica garantirebbe un miglior salario, anche con il riconoscimento della trasferta su base giornaliera, ma anche sicurezza, salute. Minime migliorie per cominciare un percorso che coinvolta tutta la filiera".
E sulle situazioni di manifestazioni "contro" lo sciopero: "Sono scene che ricordano altre epoche: manifestazioni aziendali - dice Mallamaci - di crumiri, ma a nessuno è stato impedito di lavorare. Il tentativo è sempre quello di scatenare la guerra tra poveri: anche la solidarietà è un'arma e si può usare. E' una protesta che va oltre l'aspetto economico e diventa politico".