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Attualità | 05 settembre 2023, 11:58

Spazio 211, la Regione scende in campo per evitare la chiusura

L'assessore Ricca: "Evitiamo che una realtà storica debba arrendersi ai criminali”. Forza Italia: "Problema serio che va affrontato e non banalizzato". Il Pd replica: "Non si scherza sul tema sicurezza"

foto di archivio

Spazio 211, la Regione scende in campo per evitare la chiusura

Ieri l'annuncio dell'Associazione Spazi Musicali ETS: lo Spazio 211 chiude, stufo di fare i conti con furti, raid notturni e problemi di ogni genere legati alla sicurezza.

Ricca: "Evitiamo una sconfitta per tutta la città"

E adesso la Regione Piemonte annuncia di essere pronta a scendere in campo per evitare che la storica realtà di via Cigna possa non riaprire più i battenti: “La chiusura dello Spazio 211, vittima di numerosi attacchi vandalici e criminali, segnerebbe una sconfitta gravissima per la città e per un quartiere che ha bisogno di sicurezza e riscatto", ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte Fabrizio Ricca.

"É necessario aprire un tavolo con la Regione, i gestori, la Città di Torino e la Prefettura per studiare una soluzione che permetta a chi porta cultura nei quartieri di non dover arretrare davanti alla prepotenza della criminalità. Come Regione siamo pronti a fare tutto quello che è necessario per superare questa crisi e credo che il recente stanziamento di un milione di euro per intensificare la presenza di pattuglie interforze possa andare nella direzione di portare sicurezza in aree di Torino lasciate troppo a lungo da sole”, ha concluso Ricca.

Forza Italia: "Problema serio, non va banalizzato"

Sul tema sono intervenuti anche Il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente coordinatori provinciale e cittadino per Forza Italia: "Se associazioni attive sul territorio da oltre trent’anni alzano bandiera bianca come ha fatto Spazi Musicali ETS è la certificazione di un problema serio che va affrontato e non banalizzato. Lo sfogo dell'Associazione è una vera e propria denuncia. Se il Sindaco non lo vuole fare si chieda la nomina di un Commissario per la Sicurezza e per le nuove Povertà. La risposta di Pentenero su Spazio 211 è tardiva visto che le sollecitazioni arrivano oltre il tempo massimo visto lo scaricabarile giocato fino ad oggi".

"Se una volta si additivano solo delle porzioni di quartiere in città come aree a rischio sicurezza ora il problema è diffuso ovunque. L’Alto San Donato era una zona più associata a Cit Turin e alla Crocetta che non a Barriera di Milano o a Mirafio. La denuncia sfogo del marito di Appendino qualche settimana fa dovrebbe far aprire gli occhi a chi, a Palazzo di Città, si aggrappa alle percentuali per sottostimare un problema che è reale e che scoraggia gli investimenti in città e con essi l’occupazione", hanno concluso Rosso e Fontana.

Il Pd replica: "La sicurezza non è pallina da ping pong"

"La sicurezza non è una pallina da ping pong. Davvero di cattivo gusto che il disagio, che una realtà come Spazio 211 di via Cigna ha voluto consegnare a chiare lettere nelle mani delle istituzioni, sia strumentalizzato per fini politici proprio da quei partiti che in questo momento governano il Paese, la Regione e pure le due Circoscrizioni di Torino nord", attaccano Nadia Conticelli (capogruppo del Pd in Consiglio comunale) e Marcello Mazzù (Segretario Pd Torino).

"La lettera di Spazio 211 è  un grido d’allarme: è una bandiera bianca issata su un territorio resistente, che dovrebbe richiamare tutti alla concretezza, non a giocare sulla pelle dei quartieri fragili. L’amministrazione torinese ha puntato la maggior parte delle  opportunità dal Pnrr sulla zona nord e il 2024 sarà l’anno dei cantieri, ma bisogna arrivarci. E la Barriera è stanca", proseguono i due esponenti del Pd.

"Dove sono i rinforzi delle Forze dell’ordine tanto sbandierati dai partiti di Governo? Perché non è stato istituito dalle Circoscrizioni 5 e 6 un tavolo territoriale che segua i vari passaggi e li connetta tra di loro, come è stato fatto in passato per situazioni analoghe? Dove sono l’Asl e la Regione nel controllo della tossicodipendenza territoriale? Al Parco Sempione storicamente c’era un intervento a bassa soglia del Sert proprio per questo. Oggi ci sono tende dei tossicodipendenti e degli spacciatori. Perché l’intervento sull’area ex Gondrand, che nel 2016 era a buon punto, è rimasto fermo per 5 anni? Non si tratta di andare alla ricerca dei “colpevoli” ma di mettere in campo azioni concrete in quel territorio. La ex Gondrand va sgomberata, ma contestualmente bisogna pensare a che fine faranno quelle persone, altrimenti le spostiamo da una fabbrica abbandonata ad un parco o viceversa. Ci sono una serie di interventi che questa amministrazione ha finalmente sbloccato: l’ex Gondrand, il cantiere di metro 2, la stazione dei bus a lunga percorrenza, il futuro della piscina Sempione. Ma intanto serve un controllo del territorio e un percorso di partecipazione e informazione". 

"Aspettiamo ancora i rinforzi promessi dal Governo"

"Il governo nazionale e quello regionale continuano a comportarsi rispetto ai temi scottanti dell’immigrazione, dello spaccio, del degrado come fossero all’opposizione, senza nessuna misura concreta. E questo finisce per scaricare il disagio sulle spalle dei cittadini. L’amministrazione comunale potrebbe faresi  carico, nell’inadempienza delle Circoscrizioni, di un tavolo di raccordo, che coinvolga anche le associazioni che vivono quotidianamente quel territorio e si intervenga rapidamente. Non possiamo issare bandiera bianca proprio alla vigilia degli interventi che abbiamo rivendicato e atteso da oltre un decennio. E si eviti che su quel polo culturale, che da anni rappresenta una coraggiosa frontiera, debba arrendersi definitivamente", concludono Conticelli e Mazzù.

redazione

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