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Economia e lavoro | 23 gennaio 2024, 14:31

La lezione di Profumo al passo d'addio: "Torino deve essere meno isolata: faccia crescere la sua classe dirigente"

Il presidente di Compagnia di San Paolo termina 8 anni di mandato: "Al timone chi non ha conflitti di interesse, ha senso istituzionale e ha relazioni, che per ora sono una debolezza del territorio. Io a Intesa Sanpaolo? Non ho ansie di futuro"

La lezione di Profumo al passo d'addio: "Torino deve essere meno isolata"

La lezione di Profumo al passo d'addio: "Torino deve essere meno isolata"

"Mai avuto ansie di futuro, ho fatto a Torino cose che mai avrei immaginato". Così Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, al termine della Giornata della Compagnia che chiude i suoi 8 anni alla guida della Fondazione.

Le voci lo vogliono verso la guida di Intesa Sanpaolo, ma ci sono tempistiche (un anno di tempo) che potrebbero precludergli la corsa. A meno di dimissioni prima del termine del mandato, a marzo. "Non ho ansie sul futuro - aggiunge -: credo si debba portare a compimento ciò che si è cominciato. Penso che Torino abbia i semi adeguati, ma vanno coltivati. Bisogna far crescere la classe dirigente che sappia poi costruire il futuro".

Chi, dopo Profumo?

Resta aperta anche la corsa a chi lo sostituirà, in corso Vittorio Emanuele. "La Compagnia deve essere un soggetto governato bene e chi si fa avanti deve avere tre caratteristiche fondamentali: non avere conflitti di interesse, avere relazioni (e questo territorio non ne ha abbastanza) e avere un senso istituzionale. Le istituzioni sono molto più complesse del mondo privato, hanno una dimensione più rotonda e da questo bisogna partire". "Le relazioni non si inventano, si costruiscono col tempo, lavorando a livello internazionale. Mi sembra che Torino sia un po' isolata, in questo. Ma non è qualcosa che si inventa dall'oggi al domani". 

Più giovani (e una statura europea)

La fine di una corsa, tuttavia, porta con sé sensazioni e sentimenti umani. "Sono emozionato, anche se ne ho viste tante. Abbiamo avuto come faro le giovani generazioni. Spero sappiano cogliere il cambiamento. E ho un desiderio che almeno un ragazzo o una ragazza giovani scelti all'interno dell'advisory board vengano inseriti nel prossimo Consiglio generale". 

"La Compagnia è un attore non solo nazionale, ma di statura europea. E anche dagli Usa ci guardano. Abbiamo fatto operazioni, ma anche rafforzato il valore, ecco perché il valore di leva è fondamentale. Lasciamo una Fondazione che è un riferimento".

"Una fondazione che ha una storia secolare deve guardare nel lungo termine - aggiunge Alberto Alfossi, segretario generale di CSP -. Un patrimonio diversificato come il nostro è fatto per resistere a shock improvvisi, come può essere l'inflazione. Non guardiamo il dato puntuale, ma la capacità di generare valore duraturo nel tempo, su orizzonti pluriennali".

Nella prima decade di aprile avverrà l'approvazione del bilancio e nella seconda metà di aprile si riunirà l'insediamento della nuova governance (17 persone in tutto) sulla base delle disponibilità delle persone individuate dagli enti designanti.  

Il futuro dell'Acri

Ma il futuro riguarda anche Acri, associazione delle Fondazioni, altra presidenza che Profumo andrà a cedere: "È una realtà matura, ormai. È giusto che ci sia confronto elettorale, ma una volta terminati si arriverà a una coesione e di equilibrio. Si tratta di due momenti diversi, tra confronto e sintesi". Toccherà di nuovo a Milano? "Io penso alle competenze, non ha ragionamenti che possono risultare un po' antichi. Bisogna ragionare in termini diversi, valutando le persone sulle loro qualità per determinati ruoli. Vorrei che il Paese crescesse un po', in questo senso".

Massimiliano Sciullo

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