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Politica | 24 luglio 2025, 20:58

Al rapporto sulle condizioni nelle carceri assente la nuova garante (la cui nomina deve essere ancora formalizzata)

Avs attacca: “Era l’occasione per fare approfondimento”. Per i Radicali si tratta di una scelta partitocratica. Per l’incarico manca ancora la firma del presidente. Intanto il sovraffollamento nelle carceri piemontesi è sopra la media nazionale

Al rapporto sulle condizioni nelle carceri assente la nuova garante Formaiano

Al rapporto sulle condizioni nelle carceri assente la nuova garante Formaiano

Nulla di nuovo. Se non l’aggravamento di problemi che ormai sono cronici. Questa in estrema sintesi la situazione del sistema carcerario emerso dall’ultimo rapporto Antigone, presentato al palazzo regionale. L’ultimo alla presenza del Garante dei Detenuti Bruno Mellano che, dopo 11 anni, passerà il testimone a Monica Formaiano, la cui nomina è stata resa nota nell’ultimo consiglio regionale. 

La neo nominata, alessandrina con esperienza politica, prima in Forza Italia e poi candidata alle scorse regionali con Fratelli d’Italia, oggi non ha partecipato alla presentazione del rapporto sulle condizioni di detenzione. Un’assenza che non è passata inosservata.

Per Avs ritenuta “grave”, rimarcando le dichiarazioni emerse in recenti interviste dove Formaiano aveva ammesso la non esperienza sul tema carceri. Per Alleanza Verdi Sinistra sarebbe stata "una buona occasione per quell’approfondimento che dice di aver bisogno di fare”.

La nomina di Formaiano, però, non è ancora effettiva. Manca la firma del decreto da parte del presidente della Regione. Da quel momento  potrebbero passare anche dei mesi prima della piena operatività. Sul nome però persistono le polemiche, soprattutto per la natura politica della scelta, che non ha tenuto conto dell'esperienza tra la rosa dei nomi presentati, molti dei quali avevano già maturato esperienza come garanti in istituti du pena piemontesi. 

"La sua nomina grida vendetta - tuona con forza Igor Boni dei Radicali - Se questo è il metodo per scegliere a chi dare una responsabilità così grande in uno dei momenti più bui delle carceri nella nostra regione, chiedo a questi partitocrati che guidano la regione di smettete di fare bandi pubblici inutili: fate cosa volete senza nascondervi dietro l'alibi ipocrita di una scelta sulla base delle competenze".

Non c'era molta maggioranza (ma nemmeno minoranza, a dire il vero) alla presentazione del rapporto. La prima solamente rappresentata dal segretario dell'ufficio di presidenza Mario Castello, la seconda dalle consigliere Nallo, Pentenero, Ravinale e Verzella. 

Un rapporto che ancora una volta mostra un sistema carcerario che mostra molte lacune, sviscerando le problematiche più varie: dal sovraffollamento, alla carenza di personale, ai suicidi, ai detenuti psichiatrici, passando per tematiche legate a sessualità, integrazione, formazione e lavoro. 

Un rapporto che ha il titolo “Senza Respiro”, che in qualche modo, come ribadito in sala, vuole essere un diversivo rispetto alle recenti dichiarazioni del ministro Delmastro. 

Durante l’incontro sono stati forniti i dati aggiornati sulla situazione carceraria aggiornata al 30 giugno. Nei 13 istituti piemontesi si contano 4.346 detenuti su una capienza di 3.979 posti. La percentuale di sovraffollamento è sopra la media nazionale (122% quella piemontese, 115 la nazionale). Più alta della media anche la percentuale di detenuti stranieri in Piemonte (sono il 40,9% contro il 31,3% nella penisola).

I carceri piemontesi più affollati si trovano a Alessandria, Asti, Novara, Torino, Ivrea, Verbania e Vercelli. Non si segnala sovraffollamento nei quattro carceri cuneesi di Cerialdo, Alba, Saluzzo e Fossano. Quasi ‘pieno’ il carcere di Biella. 

"Continueremo in tutto il mandato a tenere alta l'attenzione e il nostro presidio sulle strutture detentive e sulle condizioni delle persone detenute - conclude il gruppo regionale di Avs che ricorda la visita in quest’anno di consiliatura nei 13 istituti - che nonostante il sovraffollamento non faranno che aumentare a fronte delle nuove misure repressive del Governo".

Daniele Caponnetto

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