Lo Spazialismo e i suoi autori sono al centro della mostra “Da Fontana a Crippa a Tancredi”, visitabile fino al 15 febbraio alla Fondazione Accorsi Ometto.
Cinquanta opere provenienti da musei e raccolte istituzionali e private, firmate da 24 maestri della corrente che si consolidò nella seconda metà degli anni Quaranta e legata al problema dello spazio individuato da segni, linee, buchi e tagli nelle tele.
Apre la mostra Fontana
Apre la mostra l’opera di Lucio Fontana (1899-1968), fondatore del movimento e autore dei celebri tagli e buchi che aprivano lo sguardo su un nuovo cosmo e sulla tridimensionalità della tela.
“Fontana riferimento per i giovani e per la città di Torino dal 1959 è presente alla Gam con le sue opere. I giovani torinesi, come Paolini e Boetti, riconoscono un’idea concettuale in Fontana. Torino è crogiolo della grande avventura che termina negli ‘50 e introduce agli anni ‘60. In Torino poi gli spazialisti trovano grandi collezionisti. In quegli anni è tra le città che fanno più contemporaneo. Fontana venne chiamato per Italia ‘61 a realizzare l’installazione Fonti di energia, un grande soffitto di neon sotto la volta realizzata da Nervi. Il Movimento Spazialista resta attuale perché è aperto e non politico” spiega il curatore Luca Massimo Barbero.
Gli artisti in mostra
La mostra prosegue con Roberto Crippa (1921-1972) interprete delle forme vorticose, spiralisformi e dinamiche. Grandi protagonisti della mostra sono poi i più giovani come gli spazialisti milanesi, come Gianni Dova, Cesare Pevarelli, Emilio Scanavino, Gian Carozzi, Emilio Scanavino.
Insieme a loro gli spazialisti veneziani come Virgilio Guidi, Tancredi Parmeggiani, Vinicio Vianello, Bruna Gasparini. A questi si aggiungo gli artisti “temporaneamente” spazialisti come Giuseppe Capogrossi, Enrico Donati e Remo Bianco.