“Mi sembra che il sindacato, anziché dei fabbisogni dei lavoratori, si sia occupato più di decidere in quale piazze organizzare cortei”. Così l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino risponde all’attacco delle organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil Piemonte, sul fondo speciale da 20 milioni di euro annunciato lo scorso febbraio dal governatore Alberto Cirio per sostenere la formazione dei lavoratori in cassa integrazione.
I numeri
Tra il 1° aprile e il 30 settembre, sono stati coinvolti 1.536 lavoratori provenienti da 23 aziende in crisi del Piemonte - tra cui Alitalia, Blutec, Stellantis, Lear, Coin, Prenatal, solo per citarne alcune. Di questi 993 hanno già ricevuto un primo orientamento personalizzato e 452 hanno concluso il percorso formativo.
E lo scontro tra il Grattacielo ed i sindacati è tutto sui numeri. Mentre questi ultimi avevano stimato una platea di 9mila nuovi cassaintegrati, oggi sono 2994. “Ci tengo ad evidenziare – chiarisce la vicepresidente – che anche un solo cassaintegrato è un cassaintegrato di troppo, ma non c'è stato lo tsunami che era stato previsto dalle organizzazioni sindacali”.
Una delle altre accuse mosse è che in otto mesi sono stati utilizzati solo 379mila euro, di cui 314mila per i corsi di formazione. Altri 65mila sono destinati a quei lavoratori che hanno già finito o stanno per concludere l’aggiornamento professionale, che verranno liquidati da INPS a partire da oggi.
Chiorino: "Mancato ruolo dei sindacati"
E su questo punto Chiorino rispedisce la critiche al mittente. Cioè la parte che non ha funzionato è proprio il “mancato ruolo del sindacato”. La misura si attiva successivamente ad un accordo collettivo che individua i fabbisogni, a seguito dei quali prendono il via i corsi di formazione. “Questo – aggiunge l’assessore - era un passaggio che è stato dato alle organizzazioni sindacali: ad oggi evidentemente qualche cosa non ha funzionato”.
“I sindacati devono dire chiaramente se vogliono o no un ruolo operativo. La Regione Piemonte come sempre è pronta a richiamarlo a sé e a fare la sua parte, perché non abbiamo paura di assumerci delle responsabilità: abbiamo visto che sugli altri quattro percorsi gol che abbiamo attivato i numeri e i risultati sono ben diversi, quindi evidentemente sappiamo farlo” conclude Chiorino.
AVS all'attacco
A schierarsi accanto alle organizzazioni sindacali la minoranza a Palazzo Lascaris. Le consigliere regionali di AVS Alice Ravinale e Valentina Cera dicono che “il tentativo di addossare le colpe del flop della misura alle sigle sindacali è oltraggiosa”. “I sindacati – aggiungono - non sono stati in alcun modo coinvolti nel percorso che ha portato a individuare le condizioni della misura”.
“In Consiglio regionale avevamo chiesto una cabina di monitoraggio per capire dove fossero finiti i soldi, ma la Giunta ha ignorato ogni richiesta. Questa è la loro idea di politiche industriali: annunciare, farsi fotografare, dimenticare. Intanto le lavoratrici e i lavoratori piemontesi vivono la realtà di fabbriche chiuse, licenziamenti e desertificazione industriale, senza alcun sostegno vero” concludono Ravinale e Cera.
Cianciotta (UIL): "Dichiarazioni Chiorino teatro dell'assurdo"
"E' il teatro dell'assurdo: l'assessore al Lavoro, che dovrebbe preoccuparsi della formazione e interpellare le associazioni datoriali sulle reali figure professionali carenti nel mercato del lavoro, accusa il sindacato. Capisco che è difficile accettare i propri fallimenti, ma stavolta l’assessora ha superato ogni limite di sfacciataggine": lo dichiara Teresa Cianciotta, segretaria confederale Uil Piemonte, commentando le dichiarazioni della vicepresidente della Regione Chiorino.
"Da anni - sottolinea Cianciotta - chiediamo alla Regione di svolgere un serio e puntuale censimento per individuare le figure carenti nel mercato del lavoro, ma questo nostro appello non è mai stato accolto".