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Scuola e formazione | 28 giugno 2020, 14:40

Biennale tecnologia, ecco l'eredità del Festival: "La pandemia ci ha dimostrato quanto la ricerca incida nella quotidianità"

Il rettore del Politecnico, Saracco: "Ancora enormi i gap di conoscenza da colmare". Dal 12 al 15 novembre cartellone dal vivo e online per discutere di "Mutazioni"

Biennale tecnologia, ecco l'eredità del Festival: "La pandemia ci ha dimostrato quanto la ricerca incida nella quotidianità"

Il Festival ha lasciato la sua eredità. Si chiama Biennale, ma non ha cambiato il suo focus: la Tecnologia, soprattutto nel suo rapporto con la società e il suo impatto non solo in ambito accademico, ma nella quotidianità delle persone. 

Sulla sedia del regista, anche questa volta dopo aver celebrato i suoi 160 anni, il Politecnico di Torino, mentre il tema dell'evento sarà quello delle Mutazioni e la sostenibilità del futuro. "È stato come veder nascere un bambino: quando uno concepisce qualcosa di nuovo per la prima volta prova sensazioni indimenticabili e soprattutto ricordo lo stupore per il successo: si era colto nel segno", spiega il rettore dell'ateneo di corso Duca degli Abruzzi, Guido Saracco. 

L'appuntamento è fissato per il 12-15 novembre. "L'idea è alternarsi con Biennale Democrazia anche se la situazione attuale ci costringe ad adattarci al periodo storico. Ma ripartiremo, così come il Politecnico a settembre. Prepareremo anche una versione online dell'evento con dirette che saranno trasmesse tramite un portale".

Ma il focus resta la tecnologia e il suo rapporto con la società. "Il Covid ne ha dimostrato in maniera potente l'attualità. La tecnologia ha salvato un'intera generazione di allievi. Ma ci siamo resi conto dell'abisso di conoscenze che dobbiamo colmare - prosegue Saracco - anche in termini di ricerca medica. È forse l'occasione per quel cambio di paradigma che invocavamo già al Festival. Come dicevano gli Skiantos, siamo arrivati sul fondo, ma ora è necessario continuare a scavare".

Da Freak Antoni, però, si passa ad Amici Miei e a Gastone Moschin. In questo caso, però, al posto dell'alluvione di Firenze c'è la Pandemia: "Ci voleva il Coronavirus anche per sottolineare l'importanza della nuova mobilità, come i monopattini e non solo. Mutazioni come quelle che vogliamo raccontare con la biennale e credo ci siano tutte le condizioni perché sia un evento memorabile".

"Tenteremo di portare dal vivo il massimo possibile degli eventi - conferma Juan Carlos De Martin, delegato del rettore per la Cultura e la comunicazione - e cercheremo la massima interdisciplinarietà. Ma l'offerta online è anche una garanzia per assicurare l'appuntamento, in qualsiasi condizione dovesse presentarsi. Oltre a raggiungere le persone all'estero".

Politecnico, Castello del Valentino e Circolo dei lettori saranno le tre cornici di riferimento, per laboratori, mostre, spettacoli, incontri e altro ancora. L'orizzonte temporale sarà quello del 2030.

"È emozionante non parlare per una volta di DPCM ma di eventi e di occasioni importanti per il nostro territorio - commenta la sindaca di Torino, Chiara Appendino -. L'esperienza dello scorso anno è stata emozionante e unica, grazie al Festival. Ho partecipato a tanti dibattiti sulle conseguenze dell'innovazione, anche in termini di lavoro o di trasporti: la vera domanda è come governare il cambiamento tecnologico, immaginando modalità di welfare e di strumenti che rendano sostenibili gli effetti sul territorio".

Massimiliano Sciullo

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